Riaperto il Caffé Venezia, la gestione passa allo Stato

Concluso l’inventario dei beni, i titolari: il valore è 5,5 milioni. La procura: ricostruito il flusso di denaro. La difesa dei Granatiero: non c’è prova di contatti con i clan (foto Simeone)

PESCARA. «Esercizio sottoposto a sequestro»; «Apertura mercoledì 14». E' nel primo pomeriggio di ieri che al Caffè Venezia nell'omonima via è comparso il cartello che annunciava la riapertura del locale per questa mattina, sistemato proprio accanto a quello che ne aveva decretato la chiusura.

La stessa scena si è ripetuta in serata all'altro Caffè Venezia di viale Regina Margherita. Il gip Maria Michela Di Fine ha nominato amministratore giudiziario il commercialista Saverio Mancinelli, che curerà l'amministrazione della società e dei rami d'azienda nell'interesse dello Stato, di fatto il nuovo gestore.

Da stamattina, i locali della famiglia pugliese Granatiero che sono indagati nell'inchiesta per un presunto riciclaggio di denaro, riprendono la propria attività sospesa dal giudice per le indagini preliminari lunedì mattina alle 7.

La Di Fine ha disposto il sequestro preventivo dei due Caffè Venezia in viale Regina Margherita e in via Venezia, del panificio Piglia la Puglia sempre in via Venezia, del ristorante pizzeria Università della pizza in piazza Martiri Pennesi e del locale dismesso Love Boat in via Montanara. Da stamattina, le attività sono riaperte, ma passeranno sotto la gestione dello Stato, che in questa maniera tutelerà i posti di lavoro e si assicurerà gli incassi.

In questi due giorni di chiusura, i locali sono stati affidati all'amministratore giudiziario, che ieri ha completato l'inventario dei beni presenti in tutti i locali.

Per la famiglia Granatiero, quei beni ammontano a 5,5 milioni di euro. Una cifra molto lontana, quindi, dai circa 20 milioni di euro ipotizzati dagli investigatori, che hanno apposto i sigilli a tutti i locali.

Era stata premura degli inquirenti salvaguardare i circa ottanta posti di lavoro, i tanti dipendenti che lavorano nei bar e nei ristoranti dei Granatiero.

L'aspetto occupazionale era stato subito sottolineato anche dagli stessi investigatori che, lunedì mattina, avevano precisato che i locali avrebbero riaperto a stretto giro. Così, da stamattina, i caffè riprenderanno la loro attività.

Il legale della famiglia è pronto a presentare istanza di dissequestro sia perché, come ha spiegato, «le accuse sono inconsistenti» sia anche per difendere i dipendenti e la reputazione di «quei locali hanno riqualificato il centro della città, offrendo tanti posti di lavoro». Il ricorso potrebbe essere presentato anche oggi stesso.

Caffè Venezia in piazza Salotto ha aperto nel 2005 ed è diventato, in breve, parte del salotto della città offrendo alla clientela, e a qualsiasi ora, prodotti di ogni genere: dalle pizzette all'aperitivo, dalla gelateria fino all'alta pasticceria.

Un ampio spazio adorno di piante che circonda buona parte della piazza e in cui da oggi i dipendenti che lunedì mattina alle 7 hanno assistito allarmati all'ingresso di quindici tra poliziotti e finanzieri, potranno riprendere il proprio lavoro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA