Francesco Provolo, ex prefetto di Pescara, nell'inchiesta bis su Rigopiano

PESCARA / INCHIESTA BIS

Rigopiano, sette avvisi per frode processuale 

Coinvolti l’ex prefetto Provolo e due ex vice. Interrogatori fissati al 17 gennaio

PESCARA. I sette indagati della Prefettura di Pescara, con in testa l'ex prefetto Francesco Provolo, coinvolti nel procedimento parallelo a quello sulla tragedia di Rigopiano, come anticipato dal Centro, verranno interrogati il prossimo 17 gennaio dal procuratore Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia.
Ieri a tutti gli indagati sono stati notificati dai carabinieri forestali gli avvisi di garanzia con il contestuale invito a sottoporsi a interrogatorio. La contestazione parla di violazione dell'art. 375 del codice penale: frode processuale e depistaggio, per aver sottratto prove e documenti relativi all'inchiesta che era in corso, richiesti dalla procura attraverso la squadra mobile. Insieme a Provolo, per la stessa accusa, sono chiamati a rispondere i due vice prefetti dell'epoca, e cioè Salvatore Angieri e Sergio Mazzia; Ida De Cesaris, dirigente fra le altre cose della Protezione civile e coordinatrice della sala operativa della Prefettura nei giorni precedenti e seguenti alla valanga che distrusse il resort e fece 29 vittime; e i tre funzionari Giancarlo Verzella (vice coordinatore della sala operativa), Giulia Pontrandolfo, vice responsabile delle strutture operative Sar, e Daniela Acquaviva, funzionario dell'area contabile, utilizzata in quella occasione nella stessa sala operativa della Prefettura. Tutti e sette, si legge nel capo di imputazione, nella loro qualità di pubblici ufficiali, «al fine di impedire, ostacolare o comunque sviare l'indagine per i reati di disastro e omicidio plurimo colposo inerenti al crollo dell'hotel Rigopiano, avvenuto il 18 gennaio 2017 a seguito di una valanga di grandi dimensioni, pur se ritualmente richiesti dalla polizia giudiziaria per fornire utili informazioni anche attraverso la trasmissione delle relazioni di servizio circa le attività svolte nella sala operativa in particolare nella giornata del 18 gennaio, omettevano di riportare in tali relazioni le segnalazioni di soccorso pervenute in quella giornata da persone presenti nell'hotel». In particolare, gli inquirenti fanno riferimento alle telefonate del cameriere del Rigopiano, Gabriele D'Angelo, una delle vittime. Omettendo inoltre di produrre, aggiunge la procura, «la documentazione relativa all'attività svolta dal Centro di coordinamento dei soccorsi e dalla sala operativa nella giornata del 18 gennaio, con particolare riferimento a eventuali brogliacci, anche in forma elettronica, di attestazioni delle segnalazioni e delle richieste di intervento ricevute e gestite da dette strutture operative, e di esibire e consegnare la documentazione o gli appunti su cui erano riportati gli estremi necessari per l'individuazione della richiesta di soccorso di D'Angelo e del suo contenuto e, in particolare, il numero telefonico con le generalità del richiedente, la tipologia di emergenza segnalata e la località interessata dalla segnalata emergenza e, anzi, procedendo allo strappo del foglio nella parte riportante i suddetti estremi della chiamata».
Gli inquirenti contestano inoltre ai sette indagati di aver mutato «artificiosamente la documentazione costituente corpo di reato ovvero lo stato di cose connesse al reato, e affermato il falso o negato il vero e comunque taciuto, in tutto o in parte, circostanze rilevanti sui fatti».
Con l'aggravante di aver manomesso un documento «da impiegare come elemento di prova o comunque utile alla scoperta del reato o al suo accertamento». Un pasticcio che si sarebbe consumato in un centro nevralgico come appunto la sala operativa della Prefettura da dove devono partire tutte le iniziative utili in caso di emergenza e che è deputata per legge (quella della Protezione civile nazionale) a coordinare tutti gli aiuti in casi del genere. Adesso i sette indagati avranno la possibilità, se accetteranno di sottoporsi all'interrogatorio chiesto dai pm, di fare chiarezza su quanto accaduto nella sala operativa e in quelle drammatiche ore dell'emergenza prima e dopo la tragedia. Per accelerare i tempi i due magistrati si sono divisi gli interrogatori: alcuni degli indagati verranno ascoltati dal procuratore Serpi, altri dal sostituto Papalia, ma tutti il 17 gennaio.

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