Riserva del Borsacchio: arriva il giorno decisivo
Taglio della Riserva, giovedì in Regione si riunisce la Commissione Ambiente In ballo ci sono due proposte di legge, Wwf e Guide chiedono di essere sentiti
L’AQUILA. Riserva del Borsacchio: giovedì prossimo sarà il giorno della verità. In Regione si terrà la Commissione “Territorio, Ambiente e Infrastrutture” per l’esame delle due proposte di legge rimaste nel cassetto: quella della Giunta Marsilio che non ripristina i confini originari della Riserva, ma punta alla nomina di una ennesima Commissione che dovrebbe dichiarare l’area di notevole interesse pubblico; e l’altra delle opposizioni del Patto per l’Abruzzo che chiede invece il ripristino dei confini del Borsacchio.
Le associazioni ambientalista, a cominciare dal Wwf e Guide del Borsacchio, chiedono di essere convocate nelle audizioni per esporre le proprie ragioni contro ciò che accadde il 29 dicembre 2023 quando, con il blitz notturno dei consiglieri regionali Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo (Forza Italia), Simona Cardinali e Federica Rompicapo (Lega) e Umberto De Annuntiis (FdI), dei quali solo due sono stati poi rieletti, proposero un emendamento choc approvato a maggioranza. Sono passati nove mesi da quella notte in cui il centrodestra tagliò il 98% della Riserva, portandola dagli originari 1.148 a 24 ettari. Una scelta che provocò la sollevazione popolare di oltre 250 realtà tra forze ambientaliste, comitati locali, sindacati, associazioni di categoria e movimenti politici che giunse all’attenzione anche della stampa nazionale. Ci furono anche una petizione sottoscritta da oltre 32.000 cittadini, diverse manifestazioni e gli atti ufficiali del Comune di Roseto, nel cui territorio ricade la Riserva. Della questione fu investito anche il Governo Meloni con la richiesta di impugnare la legge regionale davanti alla Corte costituzionale per l’evidente contrasto con la normativa nazionale sulle aree naturali protette. Ma il presidente Marsilio, sul filo di lana, evitò l’impugnativa con una nota del 20 marzo 2024 nella quale definiva il perimetro ridotto come “provvisorio”, impegnandosi a riportare la definizione dei confini in Consiglio regionale. Ma da allora sono trascorsi mesi senza che nulla accadesse. A inizio settembre il ritardo accumulato aveva spinto il presidente nazionale del Wwf, Luciano Di Tizio, a informare la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’Ambiente del fatto che non si era ancora dato seguito a quanto promesso da Marsilio.
«Le nostre associazioni continuano a chiedere una sola cosa: tornare agli originari 1.148 ettari della Riserva», dichiarano Filomena Ricci, delegata regionale del Wwf, e Marco Borgatti, presidente delle Guide del Borsacchio, «il taglio è avvenuto senza alcuna motivazione scientifica, né valutazione dei competenti uffici regionali. Così facendo la Regione ha ulteriormente ritardato l’approvazione del Pan, fermo da 20 anni. Solo tornando ai confini originari si potrà finalmente approvare questo strumento di gestione. Qualsiasi altra soluzione pasticciata non farà che aumentare la confusione». (u.c.)