Scafa celebra i 70 anni di indipendenza 

Nel 1948 era frazione di San Valentino. Al consiglio comunale folla di politici, istituzioni e cittadini

SCAFA. Un consiglio comunale straordinario all'aperto, in piazza Matteotti, prospiciente il palazzo comunale, per commemorare il 70esimo anniversario della indipendenza municipale. Scafa fino a mezzanotte del 5 marzo 1948 era frazione di San Valentino.
Alla seduta di consiglio, svoltosi alla presenza di un numerosissimo pubblico, hanno partecipato il prefetto di Pescara Gerardina Basilicata, il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Mario Mazzocca, il consigliere regionale Lorenzo Sospiri, il presidente della Provincia Antonio Di Marco e i sindaci del comprensorio.
Un evento sospeso tra un passato lontanissimo ed un futuro tutto da programmare, questa la percezione dei presenti. «Unità» è stata la parola più ricorrente perché, come hanno ricordato il sindaco Maurizio Giancola, il presidente del consiglio Valter De Luca, i rappresentanti delle opposizioni Gianni Chiacchia e Dino Marangoni, 70 anni fa, fu proprio l'unità fra tutte le forze politiche, anche se in tempi di profonde divisioni ideologiche, la vera arma che consentì al comitato cittadino per l'autonomia comunale di vincere la sua battaglia intrapresa nei confronti della municipalità di San Valentino con la quale esistevano profondi risentimenti campanilistici, oggi del tutto superati e dimenticati. E a sancirlo un evento di alcuni giorni con il tramite dell'intervento di monsignor Bruno Forte che ha nominato don Rocco D'Orazio, sacerdote di Scafa, parroco di San Valentino.
«Un fatto assolutamente inconcepibile trent'anni fa», ha commentato Giancola, «dunque unità di intenti che oggi significa obiettivi comuni per la crescita territoriale. Se viene chiuso l'ospedale di Popoli o ridimensionato il distretto sanitario di Scafa, il disagio sociale colpisce anche San Valentino e i centri della Val Pescara. Unire le forze diventa indispensabile».
Ed è ciò che ha ribadito anche il primo cittadino di San Valentino Antonio D'Angelo, unico sindaco a prendere la parola. «La separazione di 70 anni fa», ha detto, «fu tutt'altro che indolore, ma i sentimenti campanilistici di allora sono superati».
Chiusi i lavori del consesso civico, un cittadino di Scafa, Sergio Masciarelli, ha declamato poesie e sonetti di Giuseppe Tontodonati, poeta di Scafa, considerato da molti il più famoso d'Abruzzo dopo Modesto Della Porta. È seguita l'esibizione canora di Federica Pento, giovane cantante di Scafa, prima dell'inaugurazione del «Giardino della memoria», che per decenni è stato il «Giardino dei caduti». Ora questo spazio cittadino, è pavimentato con mattonelle d'asfalto e mostra vecchie foto in bianco e nero che raccontano la storia industriale di Scafa.
«L'asfalto è uno dei simboli del nostro paese», ha ricordato Giancola, «quando a Torino non c'era ancora la Fiat, qui avevamo un fiorente insediamento industriale che produceva derivati dell'asfalto. Nel 2013 l'azienda è stata chiusa. Ma noi rivendichiamo la nostra storia industriale e artigianale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA