Scarcerati altri quattro ultrà

In tre agli arresti domiciliari, obbligo di firma per il quarto

PESCARA. Scarcerati anche gli altri quattro ultrà del Pescara arrestati domenica scorsa con l'accusa di aver assaltato e rapinato un pulmino di tifosi del Lecce in un'area di servizio dell'A14. Per tre di loro disposti gli arresti domiciliari, obbligo di firma per l'altro.

Ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pesaro Raffaele Cormio si sono presentati i due gemelli Domenico e Antonio Rigante, 19 anni di Pescara, Andrea Angelozzi di Atri e Francesco Iecco, 19 anni, di Francavilla.  I quattro sono accusati di rapina, danneggiamento e lesioni insieme ai cinque ultras già scarcerati l'altro ieri e cioè Marco Di Cesare, 29 anni di Montesilvano, Luigi Di Silverio, 27 anni di Pescara e i gemelli Luca e Marco Pizzica, 20 anni di Ripa Teatina e Blasco Ferri, 32 anni di Francavilla.  Per tutti il giudice martedì aveva deciso l'obbligo di firma meno che per Ferri, per il quale erano scattati gli arresti domiciliari. 

Nell'udienza di ieri il giudice ha convalidato anche gli altri quattro arresti e ha poi disposto gli arresti domiciliari per i gemelli Rigante e per Andrea Angelozzi, mentre per Francesco Iecco è scattato l'obbligo di firma.  Nel corso dell'udienza Iecco, difeso dall'avvocato Sandro Campobassi, si è avvalso della facoltà di non rispondere.  I gemelli Rigante, invece, ha spiegato il loro avvocato difensore Ranieri Fiastra, hanno raccontato di essere stati solo spettatori dell'assalto al pulmino dei leccesi nell'area di servizio Metauro Ovest di Mondolfo, in provincia di Pesaro e Urbino, ma di non aver partecipato. 

Secondo la ricostruzione dell'accusa invece i nove, che viaggiavano tutti sullo stesso furgone insieme a un minorenne che è stato denunciato, domenica sera al ritorno dalla trasferta a Reggio Emilia avrebbero incrociato un gruppo di leccesi che tornava da Vicenza nell'area di servizio sull'A14.  Davanti a decine di testimoni sarebbe scattato l'assalto al pulmino dei salentini, fermo vicino alla pompa di benzina.  Un assalto condotto con cinghie, bastoni e anche con un estintore durante il quale i tifosi avrebbero rubato sciarpe, occhiali da sole, vestiti, soldi e anche le chiavi del pulmino agli avversari.  «Un vero e proprio raid», lo aveva definito un testimone, durante il quale i leccesi avevano riportato lesioni con prognosi tra i 5 e i 15 giorni.

Secondo i testimoni, però, il gruppo sarebbe stato composto da più di dieci persone e gli altri assalitori sarebbero scappati su una macchina che non è stata rintracciata subito.  I nove tifosi arrestati erano invece stati bloccati e arrestati poco dopo dalla polizia, che aveva ritrovato nel loro furgone gli oggetti rubati.  Sembra che una delle vittime dell'assalto abbia riferito che tra gli assalitori c'era anche un ragazzo con i capelli lunghi. Nel gruppo di tifosi arrestati, però, nessuno ha i capelli lunghi.

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