Scienziati o politici: i sogni dei bravissimi

Maturità: i ragazzi appena diplomati raccontano le loro aspettative, c’è chi aspira a una carriera diplomatica

PESCARA. Ancora una notte prima degli esami: sì perché tra oggi e domani si concluderanno gli orali dei maturandi degli istituti superiori, come nei licei scientifici Da Vinci e Galilei dove le commissioni sono ancora al lavoro. E le eccellenze non sono mancate in città: anzi, le «lodi», nonostante i dati parziali, sono già quasi raddoppiate, se confrontate col 2012, quando ne furono 7: per ora siamo a 13. La radiografia della città ci dice che è mancato il fatidico 100 all’Ipsias Di Marzio, ma altrove, in totale, si è avuto un picco nel raggiungimento del punteggio massimo (qualche decina i respinti, soprattutto tra professionali e tecnici). E in barba a quanti dipingono i giovani del Ventunesimo secolo, i cosiddetti «nativi digitali» tutti tablet e social network: infatti gli intervistati dal Centro hanno tirato fuori dal cassetto dei sogni i lavori più tradizionali, dall’insegnante all’ambasciatrice o dall’infermiera al critico d’arte o al fisico. Altro che tripla w 3.0 e Silicon Valley, veicolati da nerd nordamericani. Prendi Francesco Di Giovanni, fresco laudato davanti ai quadri del suo liceo classico, il D’Annunzio: «Andrò a studiare alla Scuola Normale di Pisa», tanto per intenderci quella che ha sfornato calibri come Giovanni Gentile, Giuliano Amato o Carlo Azeglio Ciampi, dice, «oppure a Padova, se dovesse andare male il test a Pisa». Il campo di studi? «La fisica», ovvero la scienza di un altro normalista come il Nobel Carlo Rubbia, «perché il mio sogno è quello di scoprire una nuova risorsa energetica». Più in linea con gli studi appena terminati, Stefano Agresti, un bel cento in dote: «Vorrei studiare Storia dell’arte alla Sapienza, in quanto amo l’arte rinascimentale del ’500. Il mio desiderio? Diventare portavoce di un movimento artistico d’avanguardia». Al camice bianco anela Soukaina Chbani, di origini marocchine, la migliore dell’istituto alberghiero De Cecco col suo «cento»: «Vorrei diventare infermiera o, in subordine, hostess di volo», sospira mentre, a dimostrazione della tempra, è già al lavoro dopo soli pochi giorni dalla maturità.

La feluca invece è nel mirino di due compagne di classe della 5ª A del liceo Marconi, Maria D’Angelo e Gloria Falorni, che però, per raggiungere l’obiettivo, si recheranno in due diverse facoltà: «Vorrei andare a Forlì», spiega Maria, «per iscrivermi al corso di laurea in Scienze mediatiche internazionali. E sì, vorrei intraprendere la carriera diplomatica e intanto vorrei pagarmi gli studi lavorando e ottenendo una borsa di studio». Idem per Gloria, che è già stata a Berlino per un corso-premio sulla cultura tedesca, e che quindi già conosce la Hildebrandtstrasse, sede della rappresentanza italiana nella capitale teutonica, alla quale ambirebbe: «Andrò a Urbino a studiare Scienze Politiche, Economiche e del Governo per raggiungere questo risultato». Chi invece non ha proprio voglia di allontanarsi per studiare è uno dei fiori all’occhiello dell’istituto Aterno-Manthoné, Saba Haliti, una dei cento, anzi «delle» cento poiché in questa scuola solo le donne hanno raggiunto l’eccellenza. «Mi piacciono le materie economiche e qui a Pescara c’è un’università in cui le si insegna. Per il dopo, devo ancora decidere». Infine la lode di Marco Landi (5ª I del Galilei), che si destreggerà tra varianti ed edizioni princeps: «Mi piacerebbe fare il filologo e per questo m’iscriverò alla facoltà di Lettere classiche».

©RIPRODUZIONE RISERVATA