Scuola, la Regione dice no al maxi taglio 

La bozza degli accorpamenti elimina decine di dirigenti: l’assessore leghista boccia con il centrosinistra il piano del governo

L'AQUILA . Sul nuovo piano di dimensionamento scolastico varato dal ministero dell'Istruzione, il centrodestra in Regione boccia il centrodestra al Governo. «Gli effetti della bozza del piano, incentrata sui nuovi criteri, che ci ha inviato il ministero e che il Dipartimento Istruzione della Regione Abruzzo ha analizzato attentamente, sarebbero devastanti per la nostra Regione, che perderebbe tra le 15 e le 20 unità dirigenziali», il commento dell'assessore regionale all'Istruzione, Pietro Quaresimale, (Lega), coordinatore vicario della Commissione istruzione nella Conferenza Stato- Regioni.
Posizione avallata dai sindacati. «Apprezziamo e sosteniamo il parere dell'assessore Quaresimale», afferma Davide Desiati, segretario Cisl scuola Abruzzo e Molise, «la stima del dimensionamento scolastico pensato dal Governo sarebbe disastrosa. Ci opponiamo con forza ad un piano che è da rivedere completamente».
BOCCIATURA POLITICA. La presa di posizione dell'assessore Quaresimale va letta in una duplice veste: la difesa delle scuole del territorio, soprattutto i plessi collocati in aree montane e disagiate, e l'aspetto politico della questione.
Martedì scorso Quaresimale ha incontrato, in modalità on line, il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e, di seguito, ha partecipato alla seduta della Commissione. L'Abruzzo, con un'amministrazione di centrodestra e un presidente di Fratelli d'Italia, Marco Marsilio, si è schierato al fianco delle Regioni a trazione centrosinistra, insieme a poche altre di centrodestra, bocciando di fatto il piano del Governo.
«Dalla bozza di dimensionamento scolastico incentrata sui nuovi criteri che ci ha inviato il ministero e che il Dipartimento Istruzione della Regione Abruzzo ha analizzato attentamente», la motivazione addotta dal leghista Quaresimale, «emerge che la nostra Regione perde troppe unità dirigenziali».
GRAVI CRITICITà. Secondo l'assessore regionale all'Istruzione, «il taglio di figure essenziali provocherebbe conseguenze molto gravi, che abbiamo rappresentato al ministero con una nota. Per il nostro territorio svanisce la possibilità di rientro di persone che lavorano fuori regione», evidenzia Quaresimale, «ma la cosa peggiore è che si innescherà un profondo disagio, in particolare per le aree interne e montane, già caratterizzate dall'abbandono scolastico. Per far fronte al consistente taglio di dirigenti ci saranno accorpamenti tra professori, personale Ata e gli stessi dirigenti scolastici, costretti a spostarsi da una scuola all'altra in condizioni poco agevoli».
Quaresimale ha sottolineato che «le perplessità sono state espresse puntualmente in un documento per poi spiegarle direttamente agli uffici del ministero». Da qui, il suo voto contrario al Governo nazionale di centrodestra.
ALLARME DEI SINDACATI. Anche le organizzazioni sindacali bocciano la bozza del piano di dimensionamento scolastico. E spiegano perché: «Non tiene conto, in alcun modo, dell'articolazione sul territorio abruzzese delle istituzioni scolastiche», fa presente Desiati, «il Governo continua ad elevare gli indici per il dimensionamento con un'esiguità assoluta di personale per la gestione delle scuole. Un piano che aumenta la complessità gestionale degli istituti diminuendo il personale a disposizione». Questi i dati: in Abruzzo ci sono tra i 165mila e i 170mila studenti di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado. «Avremo una riduzione di 15-20 direzioni scolastiche, con conseguente diminuzione delle figure dirigenziali di riferimento. Accorpando le scuole sotto un'unica direzione, con distanze geografiche di decine di chilometri, si andrebbero a colpire le aree interne, quelle più deboli, i comuni montani e i piccoli centri. Con conseguenze, gravi sull’organizzazione dei servizi e della didattica», conclude Desiati.
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