Pescara

Si salva dall’incidente stradale, muore in ospedale per il sondino

15 Ottobre 2025

Pescara, omicidio colposo: l’inchiesta sul ricovero. La ricostruzione su quanto avvenne a un 64enne sfocia nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura nei confronti di un’infermiera di Neurochirurgia: lo strumento mal collocato ha lesionato il polmone

PESCARA. Riesce a salvarsi dopo un terribile incidente stradale di cui fu vittima nell'ottobre del 2023 e poi muore, in ospedale, per il mal posizionamento di un sondino naso gastrico. Un decesso inaspettato che ha gettato nello sconforto una intera famiglia. L’uomo, di 64 anni, pensava di aver superato la fase critica di quell'incidente stradale e la famiglia vedeva il proprio caro lentamente recuperare e proiettarsi verso la fine di un incubo. Poi la tragedia, che ha spinto la sorella e la moglie della vittima a presentare una querela nei confronti del responsabile di quella assurda morte. E il magistrato (pm) Giuliana Rana, che si occupò del caso, individuò la responsabile in una infermiera che adesso dovrà presentarsi davanti al giudice (gup), il prossimo mese di febbraio, per conoscere quale sarà il suo destino dopo che la Procura ha chiesto per lei il processo per omicidio colposo.

La ricostruzione degli avvenimenti viene sintetizzata dai familiari nelle due querele presentate dove si spiega che il congiunto nell'ottobre del 2023 era stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Pescara a seguito di un incidente stradale per "politrauma". Gli erano state somministrate tutte le cure del caso e si decise anche per un intervento chirurgico che si riteneva indispensabile viste le conseguenze dell'incidente. Un intervento di neurochirurgia maxillo-facciale perfettamente riuscito tanto che, dopo qualche settimana, il primo dicembre del 2023, i medici del Santo Spirito decisero il suo trasferimento dal reparto di rianimazione a quello di neurochirurgia. E la gioia dei familiari, che avevano accolto quella notizia con grande sollievo, perché voleva dire che il loro caro iniziava il percorso di ripresa, venne però improvvisamente e inaspettatamente cancellata dall’imprevisto peggioramento che il 4 dicembre portò il paziente di nuovo in Rianimazione.

Quello che accadde in quei tre giorni è stato ricostruito ben presto dai medici: un’infermiera di Neurochirurgia aveva mal posizionato il sondino naso-gastrico, provocando la perforazione e gravissimi danni al polmone. Il 19 dicembre l'uomo venne sottoposto ad un altro intervento chirurgico, nel corso del quale arrivò il decesso.

Il sostituto procuratore Rana fece eseguire l'autopsia affidando le conclusioni al dottor Falco che concordò con quanto accertato dai medici della Rianimazione, evidenziando però la responsabilità dell'imputata che commise quell'errore fatale per il paziente.

Nel capo di imputazione la Procura scrive che l'infermiera, «per imperizia determinata dall'inosservanza delle linee guida dettate dalla Società italiana di nutrizione clinica, posizionando un sondino naso-gastrico nelle vie aeree del paziente anziché nel suo esofago, ed omettendo di verificare il corretto inserimento di tale strumento, prima di procedere alla nutrizione del paziente, così determinando una lesione iatrogena polmonare destra, cagionava il decesso del paziente per "insufficienza multiorgano irreversibile da lesione escavata empiematosa iatrogena"». Adesso la Procura ha chiesto per l'imputata il rinvio a giudizio che verrà discusso il prossimo 5 febbraio davanti al giudice (gup) Mariacarla Sacco che dovrà decidere se mandare sotto processo l'infermiera.

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