La guardia di finanza in azione all'alba

L'AQUILA

"Società Foggiana", arresti e sequestri dell'Antimafia in 5 società del Pescarese / VIDEO E AGGIORNA

Perquisizioni della guardia di finanza tra le province di Pescara, Foggia e Grosseto nei confronti di personaggi di spicco della cosca pugliese.  Le infiltrazioni del clan Moretti-Lanza-Pellegrino nel Pescarese. SEGUI GLI AGGIORNAMENTI

PESCARA. Sono 11 le misure cautelari personali, sequestri di beni per 2 milioni di euro e decine di perquisizioni tra le province di Pescara, Foggia e Grosseto. I militari del Comando provinciale delle fiamme gialle di Pescara, col supporto del locale Reparto operativo aeronavale e la collaborazione delle Finanza di Foggia, hanno eseguito, lungo l'asse adriatico, i provvedimenti disposti dal giudice delle indagini preliminari (Gip) del Tribunale di L'Aquila, nei confronti di personaggi di spicco della cosca "Società Foggiana".

Fra le misure cautelari: 8 arresti, metà in carcere e metà ai domiciliari, un obbligo di dimora, 2 obblighi di firma, oltre a sequestri di due immobili a Pescara e Grosseto, 300mila euro in contanti, e un vasto paniere di quote di 5 società del Pescarese, per un valore complessivo di 2 milioni di euro, sottratti alla disponibilità del sodalizio criminale. L'operazione è stata condotta dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pescara nell'ambito delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia.

GUARDA IL VIDEO

Antimafia dall'Abruzzo alla Puglia e ritorno: la Finanza in azione all'alba contro la cosca Società Foggiana
Le immagini dell'operazione che ha portato ad arresti e sequestri anche nel Pescarese

AGGIORNAMENTO 1. Nell'inchiesta investigazioni, pedinamenti ed intercettazioni telefoniche ed ambientali di oltre 700mila conversazioni, che avrebbero svelato i rami del business del clan Moretti-Lanza-Pellegrino nel Pescarese: ipotizzati i reati di usura, estorsione, ricettazione ed intestazione fittizia di beni.

AGGIORNAMENTO 2. In una nota della guardia di finanza si legge che è stato scoperto un giro d’affari milionario che, nel tempo, ha consentito alla cosca foggiana di infiltrarsi nel tessuto socio economico di Pescara, tramite sia i traffici illeciti sulle piazze locali, sia tramite investimenti nelle attività imprenditoriali di spicco. "Tra queste, anche quella di una nota famiglia di imprenditori pescaresi del settore della ristorazione, vittima di tassi d’interesse fino al 600% al mese. Per un prestito di 100mila euro, infatti, non potendo onorare il debito, gli imprenditori sono stati costretti a chiudere la partita con gli strozzini, simulando un comodato ad uso gratuito a tempo indeterminato prima, e, un contratto di affitto dopo, dell’appartamento di proprietà nel centro di Pescara, dal valore di 400-500 mila euro". Sempre secondo le ipotesi d'accusa, in molti casi poi, alcuni imprenditori sono stati bersaglio di minacce, aggressioni ed estorsioni; altri hanno dovuto assumere come dipendenti i loro usurai o persone a loro riconducibili. E l’impiego, spesso puramente formale, ha permesso a qualcuno di questi la percezione indebita dei contributi previsti per il sostentamento dell’emergenza Covid, senza andare mai a lavorare.

Foto d'archivio

AGGIORNAMENTO 3. Le indagini hanno fatto emergere anche l’esistenza di un canale di ricettazione di accessori di lusso, bottino di un ingente furto avvenuto nel Foggiano, rivenduto sulla piazza di Pescara da uno degli affiliati al clan. Secon do la Dia, ad inquinare ulteriormente l’economia sana del Pescarese, anche l’intestazione fittizia di società, attraverso un unico soggetto, sempre pregiudicato. Una “testa di ponte”, che a sua volta ricorreva a terzi prestanome per controllare ben 5 attività imprenditoriali, nel settore automotive, in quello dei prodotti agroalimentari e, addirittura, nella fornitura di contratti di energia elettrica. "Le  indagini dell’operazione delle fiamme gialle di Pescara", continua la nota, "hanno confermato che il modello ispiratore delle mafie è sempre più di tipo affaristico-imprenditoriale, rivolto all'infiltrazione economico-finanziaria per l’invasione di campo dell’imprenditoria legale. Da qui, la strategicità dell'aggressione ai sodalizi mafiosi anche sotto il profilo patrimoniale, per evitare l’inquinamento e il saccheggio parassitario dei mercati e garantire legalità, trasparenza e sicurezza pubblica".

NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO