Traffico di rifiuti, indagati Lancasteri e Catarra

Inchiesta della procura Antimafia sulla Deco, tra i 16 coinvolti Sfamurri e Mastromauro

PESCARA. Sedici indagati per traffico illecito di rifiuti. Gira intorno al colosso Deco spa di Spoltore l'ultima inchiesta sulla spazzatura d'Abruzzo avviata dalla procura distrettuale Antimafia dell'Aquila: un'indagine che coinvolge anche la società dei rifiuti del Comune di Pescara, Attiva spa, e il suo amministratore Guglielmo Lancasteri fino a toccare Montesilvano, il Teramano e l'Aquilano.

Un'altra bufera sui rifiuti d'Abruzzo dopo le inchieste sulla Team Tec di Teramo, con al centro l'ex assessore Pdl alla Sanità Lanfranco Venturoni, e sull'Ecoemme di Montesilvano con il consigliere regionale Pdl Lorenzo Sospiri e il sindaco Pdl Pasquale Cordoma tra gli indagati: ancora una volta, come nelle altre due indagini, nel mirino dei magistrati torna la Deco, l'azienda dei fratelli Rodolfo ed Ettore Ferdinando Di Zio oggi rappresentata da Paolo Tracanna. E proprio Tracanna, in qualità di rappresentante legale della Deco, sarebbe uno dei sedici indagati per un presunto traffico illecito di rifiuti nella discarica Casoni di Chieti: secondo l'indagine dei carabinieri del Noe di Pescara, guidati dal capitano Fiorindo Basilico, la Deco avrebbe «trasportato e smaltito in discarica» i rifiuti «saltando la filiera del recupero e trattamento per la quale», così dice il capo d'imputazione, «la Deco aveva ottenuto autorizzazione». Troppi rifiuti mandati in discarica, è l'ipotesi degli inquirenti, e troppo pochi recuperati. Insieme a Tracanna, sarebbe indagato anche Roberto Pasqualini, direttore tecnico della Deco. I Di Zio, invece, non sono indagati: non ricoprono più cariche nella società da quando la Deco è finita nelle inchieste.

Un altro degli indagati nell'inchiesta coordinata dalla procura Antimafia, competente sui rifiuti, è certamente Guglielmo Lancasteri, amministratore unico di Attiva: è lo stesso Lancasteri a riferire che «è indagato per il concorso nel reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, per avere ceduto rifiuti solidi urbani alla Deco la quale a sua volta li trasportava e smaltiva in discarica tal quali». «Attiva e il suo legale rappresentante», precisa Lancasteri, «sono fiduciosi che l'indagine possa rapidamente accertare la loro totale estraneità a eventuali comportamenti relativi alla gestione abusiva di rifiuti».

Per aver «ceduto» i rifiuti alla Deco, sarebbe sotto inchiesta anche Franco Mancioppi, presidente dell'Ecoemme: «Però, cosa accade dopo il trasbordo dei rifiuti verso la Deco, io non lo so», osserva Mancioppi. Stessa ipotesi sarebbe a carico del presidente Pdl della Provincia di Teramo e sindaco di Notaresco Valter Catarra, del sindaco Pd di Giulianova Francesco Mastromauro, e dell'ex sindaco Pd di Roseto Franco Di Bonaventura: «Non so niente di questa indagine», spiega Catarra. Tra gli indagati ci sarebbero anche altri amministratori del Teramano. Sotto accusa, poi, anche società dei rifiuti aquilane sempre per aver «ceduto» rifiuti alla Deco.

L'indagine, diretta dal procuratore dell'Aquila Alfredo Rossini, coinvolge anche Ambiente spa di Spoltore, presieduta da Massimo Sfamurri del Pd, che coordina raccolta e smaltimento rifiuti nel Pescarese: anche Sfamurri sarebbe indagato. «Ho fiducia nella magistratura», dice Sfamurri che ribadisce che «Ambiente si è limitata ad applicare le decisioni delle amministrazioni comunali che fanno parte della società».

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