«Troppi lati oscuri sul Festival dannunziano»

Oliva, direttore del Teatro Immediato, spiega perché ha rifiutato l'incarico del Comune

PESCARA. «L'evento è un lusso che bisogna potersi permettere. Mi chiedo se c'è da essere contenti nel partecipare a un Festival che rappresenta solo una vetrina e non avere risorse per tutto l'anno». Edoardo Oliva, direttore artistico del Teatro Immediato, si è chiamato fuori: non parteciperà alla rassegna dannunziana, in programma dal 23 al 31, con lo spettacolo «Duse D'Annunzio».

Una manifestazione che costa alle casse del Comune 233mila euro, con un contributo della Provincia e della Regione. Presunte irregolarità, incarichi illegittimi e gare sospette, sono state denunciate dall'opposizione. «Non vogliamo difendere nessuna posizione politica», ha chiarito ieri Oliva durante la conferenza convocata nella sede di via Gobetti, «vorremmo che si facesse chiarezza e si aprisse una riflessione seria su cosa significa fare cultura in questa città».

In cartellone il 30 luglio, Oliva voleva portare sulla scena il rapporto tra la Divina e il Vate in modo diverso rispetto alle rappresentazioni tradizionali. Per farlo, aveva deciso di contattare Le Nuvole Teatro di Roma, una compagnia con cui il Teatro Immediato ha contatti da tempo e di produrre lo spettacolo che era stato proposto due anni fa al Festival della Versiliana.

«Mascia passò a trovarci prima delle elezioni, dicendoci di voler organizzare un festival dannunziano», ha raccontato. Poi la scelta del direttore artistico Stefano Angelucci Marino e i primi contatti per l'inserimento nel cartellone. Nessun contratto, nessun tipo di riscontro, «un pressappochismo totale».

«Siamo venuti a sapere dai giornali qual era la cifra stanziata e ci siamo indignati», ha affermato, «non si possono prosciugare in questo modo tutte le risorse di un intero anno destinate già esiguamente alla cultura». Il cachet previsto per «Duse D'Annunzio» era di 4mila euro. «Costava di più, ma ci avevano detto che non c'erano fondi e bisognava operare in economia», ha rivelato, «poi abbiamo scoperto il costo del Festival. Usciamo per mancanza di chiarezza: troppe cose sono state nascoste dietro le siepi. Non si può essere felici di partecipare a una manifestazione per fare la passerella e non avere più risorse per tutte le altre iniziative: la cultura non può ridursi a 9 giorni».

Oliva non ha risparmiato nemmeno la Provincia: «Ci contattarono per mettere in piedi una sorta di circuito in cui inserire tutte le compagnie locali. Poi, siamo venuti a sapere che non ci sono più i soldi».

Solidarietà agli artisti del Teatro Immediato è arrivata dall'Udc, che ha denunciato la propria estraneità alle scelte legate al Festival. «Nessuno ci ha coinvolti nelle scelte del programma, del responsabile artistico, della generosità di alcuni cachet e delle variazioni di bilancio», ha spiegato il segretario cittadino Andrea Colalongo. «Vogliamo restare leali con la maggioranza e al programma di governo», ha aggiunto il capogruppo Vincenzo Dogali, «ma non intendiamo più condividere la responsabilità di scelte infelici compiute senza il nostro coinvolgimento».

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