PESCARA

Un accampamento vicino alla movida

L'area di risulta invasa dai disperati a un passo da piazza Muzii in festa: le due facce del centro della città

PESCARA. La pioggia che arriva all’improvviso all’una e mezza di notte bagna tutti. Bagna il popolo della movida in piazza Muzii e bagna anche i disperati accampati e quasi mimetizzati tra le auto parcheggiate nell’area di risulta. Due scene identiche a 300 metri di distanza: fugge e si ripara sotto i cornicioni dei palazzi il popolo della movida; fuggono verso sotto le scalinate della stazione centrale i disperati, portandosi dietro materassi, buste di plastica e cartoni. Due facce della stessa Pescara: movida e povertà, distanziate dalla lunghezza di via Quarto dei mille, 300 metri.

Nella notte tra venerdì e sabato, il parcheggio dell’area di risulta che costeggia via Michelangelo è invaso dalle auto. Compresi i furgoni in cui dormono intere famiglie, una station wagon bianca con una donna e il suo bambino rannicchiati nel portabagagli con il sedile posteriore abbassato, un’altra macchina grigia con i sedili abbassati e i finestrini aperti in cui dormono tre persone. Passando con la macchina, quasi non si vedono i disperati: sono gli invisibili dell’area di risulta, stesi a terra e coperti fino al volto. Poi, spuntano all’improvviso: corpi immobili nelle aiuole, in silenzio.

In via Battisti, invece, il silenzio è un illustre sconosciuto: basta fare un passo in piazza Muzii e si viene travolti dal vociare. Centinaia di persone parlano e ridono di fronte al mercato coperto riqualificato da un anno e già con le porte dei bagni distrutte e i muri sporchi: basta questo per superare il limite massimo dei decibel fissato a 55. Il test si può fare con l’applicazione di uno smartphone: ormai, tra i residenti dei palazzi che si affacciano sul quadrilatero della movida è l’applicazione più gettonata. Solo voci e si superano i 70 decibel; in caso di urla, il misuratore si avvicina ai 100 decibel. In strada, quel rumore di sottofondo sembra quasi normale. Non lo è per i residenti che, tra 70 e 100 decibel, non sentono neanche la televisione a un volume normale. «Ma questa volta siamo stati graziati, la pioggia ci dà una mano», dice Federico Di Filippo, a capo del comitato di cittadini Tranquillamente Battisti. Che contesta l’isola pedonale allargata ideata dal Comune in via Battisti: dal giovedìalla domenica, dalle 17,30 fino all’una, da ieri e fino 2 ottobre prossimo.
Quando arriva il primo scroscio, è un fuggi fuggi dai tavolini all’esterno dei locali: tutti sotto i palazzi a contendersi una striscia di asciutto.

Fuggi fuggi anche sull’area di risulta e nel parcheggio accanto al nuovo G Hotel, con i disperati, di giorno quasi tutti accattoni, in fila all’ombra di un albero e stesi sui materassi, singoli e matrimoniali. Sotto la pioggia, uomini e donne si caricano addosso i materassi e corrono verso la stazione. Una piccola migrazione. La loro meta è poco distante: si riparano sotto il rilevato che porta al primo binario. E si rimettono a dormire. Quando si sveglieranno sapranno già dove nascondere le loro “camere”: negli anfratti della stazione. Almeno fino al prossimo blitz della Polfer. La pioggia va avanti a intermittenza: non è più una notte per la movida. Né per dormire sotto le stelle.
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