Uno dei gommoni per il trasporto della droga dall'Albania avvistati dai finanzieri (foto tratta dal Tg1)

Un altro pacco di droga in spiaggia a Roseto. Pattuglie per evitare i saccheggi 

Trovati 40 chili alla Riserva del Borsacchio dopo i due quintali di marijuana arrivati sulla costa pescarese e teramana. Per i carabinieri potrebbe trattarsi di un unico carico. Ma ora si teme la caccia allo sballo gratis

PESCARA. Pirati dai Caraibi parte seconda. Dopo i 200 chili di droga spinti domenica dal mare in tempesta sulle spiagge abruzzesi tra Francavilla, Montesilvano, Silvi e Scerne di Pineto, ieri pomeriggio la marijuana è approdata anche sulla spiaggia della Riserva del Borsacchio, tra Cologna e Roseto. Un pacco di circa 40 chili, incellofanato in maniera identica agli altri, che è stato notato dai bagnanti e segnalato ai carabinieri di Giulianova già di pattuglia sulla battigia in previsione di nuovi arrivi e di eventuali saccheggi. Sale così a 240 chili il carico di droga perso dai trafficanti di stupefacenti quasi certamente provenienti dalle coste montenegrine dell’Albania, considerata ormai la Colombia europea in termini di produzione e traffico di marijuana.

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Lo sanno bene i finanzieri che con postazioni fisse nei porti di Valona e Durazzo sono in costante collegamento con i colleghi in mare, dove sono ormai all’ordine del giorno, della notte anzi, gli inseguimenti dei gommoni d’altura carichi di balle di marijuana e di taniche di benzina. I trafficanti devono assicurarsi i viaggi di andata e di ritorno dalle coste adriatiche, che non sono più solo della Puglia, ma anche del Molise, dell’Abruzzo e delle Marche. Ne sono la prova gli ultimi 240 chili di marijuana trovati in questi giorni tra Francavilla e Roseto, ma anche i sette quintali di marijuana, suddivisi in 28 balle identiche a quelle abruzzesi, del valore di circa 5 milioni, sequestrate dai carabinieri sulla spiaggia di Porto Recanati il 29 giugno. E con tutto il gommone che le aveva trasportate.
«C’è una rotta balcanica che approda sulle coste abruzzesi e adriatiche in genere», conferma il capitano Domenico Calore, comandante della compagnia di Giulianova da mesi al lavoro su questo filone. Lo scorso aprile, proprio un’indagine avviata dai suoi uomini portò alla scoperta, a Fossacesia, nel Chietino, del deposito dov’erano custodite due tonnellate di marijuana suddivisi in 20 pacchi, del valore di circa 10 milioni di euro e, anche il gommone da dieci metri con due motori da 500 cavalli ciascuno, che le aveva trasportate. A quel deposito i militari diretti dal capitano Calore arrivarono dopo il pedinamento di una settimana, di un brindisino di 49 anni alloggiato in un hotel di Roseto, che a bordo di un’auto di lusso faceva continuamente la spola con Fossacesia. Evidentemente, secondo gli investigatori che poi l’arrestarono, l’uomo stava aspettando il carico trovato poi nel deposito di Fossacesia. Proprio gli esiti di questa operazione potrebbero contribuire a far luce sull’ultimo sbarco fallito in Abruzzo in questi giorni. «Di sicuro sono pacchi che fanno parte dello stesso carico», sostiene il capitano Calore.
Ma oltre allo sbarco diretto, raccontano gli investigatori, c’è un’altra tecnica per far arrivare la droga sulle coste adriatiche. Stabilendo punti gps concordati da chi li aspetta a terra in Italia, i trafficanti abbandonano in mare, all’interno delle tre miglia dalla costa vietati ai pescatori locali, le balle di marijuana. A farle inabissare ci sono dei pesi, sotto, e delle cime sopra che consentono ai complici di ripescarle affidandosi al punto satellite stabilito. Ma anche così, ogni tanto va male. Qualche tempo fa furono dei pescatori di Roseto a tirare su con le reti a strascico, quelle “strane” balle, arrivando prima delle “vedette” adriatiche. Che sono solite entrare in scena all’alba, poche ore dopo lo scarico notturno, approfittando delle buone condizioni del mare, delle prime luci e, sopratutto, del cambio turno nelle caserme. Ma in ogni caso questa volta ci si è messo di mezzo il mare in burrasca e per questo non è escluso che altre balle di marijuana possano approdare sulle nostre spiagge nei prossimi giorni. Per questo i carabinieri continuano a pattugliare i bagnasciuga. Convinti, anche, che quella marijuana regalata dalle onde possa essere facile richiamo di giovani in cerca di sballo gratis.
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