Voglia di ottimismo in spiaggia esplode la stagione estiva in città 

Prima giornata di mare per tanti pescaresi alle prese con le nuove disposizioni anti coronavirus La cosa che dà più fastidio? «Non poter invitare gli amici e il divieto di un tressette sotto l’ombrellone»

PESCARA. Se non fosse per le mascherine e le strisce di nastro adesivo a terra, sembrerebbe un inizio estate qualsiasi negli stabilimenti della riviera. Passeggio e primi bagnati in spiaggia, che sono pochi ma non pochissimi. Inizia la stagione balneare che ricorderemo, un po’ come tutte le cose di questi tempi, come “quella del coronavirus”. Perché le precauzioni non mancano, come non mancano le preoccupazioni da parte di balneatori e bagnanti. Ma nel martedì festivo, rosso sul calendario perché si celebra la Festa della Repubblica, è anche tanta la voglia di voltare pagina e guardare avanti con ottimismo.
«Se sono fiduciosa? Sì», dice senza mezzi termini Anna Di Davide, che sulla riviera nord ha L’Adriatica, «è tutto molto complicato, tra moduli da compilare e flussi da regolare, ma la gente arriva, e c’è una bella richiesta: c’è voglia di venire al mare. I clienti storici prenotano. Sono un po’ contrariati per tutte le nuove disposizioni, ma noi spieghiamo e loro capiscono». Questo 2 giugno lo possiamo definire un “buon giorno che si vede dal mattino”? «Ma sì, io sono ottimista: tra una bozza e l’altra, in queste settimane di incertezza, siamo comunque sempre stati pronti a partire, fino all’arrivo del documento finale. E alla fine abbiamo fatto anche qualcosa in più per il distanziamento, come ad esempio 14 metri quadrati per ombrellone anziché dieci.
Ieri mattina gli stabilimenti non erano affollatissimi, ma la stagione ha comunque iniziato la sua fase di rodaggio. Si scaldano i motori, insomma. Anche per il “dopo mare”, come riferisce Giuseppe Diodati che, allo Zara, gestisce il bar e ciò che riguarda divertimento ed eventi nello stabilimento. «Lunedì c’è stata la prima serata», racconta, «c’era un po’ di freddo, qualcuno aveva ancora il giubbino, ma comunque la gente c’è stata e ho visto le persone rispettare le regole. Certo, per noi che “lavoriamo con gli assembramenti” e con la musica, sarà un periodo abbastanza duro: è ovvio che la fase 2 favorirà quei locali, come birrerie e pub, dove la gente va più per parlare che per ballare. Ma teniamo duro: prendiamolo come un periodo di transizione e pensiamo già all’anno prossimo. Il voto che dò alla prima serata? Un 6, contando sempre che il clima non ci ha aiutato».
I locali della riviera cittadina, a occhio, sembrano la specchio della disciplina: personale ovunque con la mascherina, in alcuni casi personalizzata con scritta o logo dello stabilimento, indicazioni precise delle direzioni da seguire per entrare e uscire, gel sanificanti dappertutto. In diversi stabilimenti sono in corso gli ultimi ritocchi. Qualche gestore, tra carte da controllare e ultimi lavori, non ha tempo per fare commenti. Qualcun altro, soprattutto all’inizio della riviera sud, è ancora troppo contrariato dal bailamme di provvedimenti e indicazioni che hanno portato alla riapertura. Non è stato facile, ma ce l’ha messa tutta e si è fatto trovare pronto Andrea Berardinelli con il suo Aretusa: «L’inizio? Positivo», dice il balneatore indicando la spiaggia sistemata e i clienti che hanno scelto di passare da lui il 2 giugno. «È stato tutto molto complesso, abbiamo fatto le tracciature, perdiamo tempo per un sacco di cose burocratiche. Ma io devo per forza essere ottimista, altrimenti non farei l’imprenditore».
E chi non è ottimista non verrebbe neanche al mare: «Sopportiamo tutto dopo la clausura», scherzano due bagnati che si avviano a prendere posto sotto l’ombrellone, «anche le regole del distanziamento, che però non sono un problema adesso che c’è ancora poca gente. Staremo attenti, sperando che questo virus scompaia presto, magari prima della fine dell’estate». La cosa che dà più fastidio? «Che sia così complicato invitare gente sotto l’ombrellone».
Luigi Malatesta, conosciuto come Gigino, alla Perla rosa ha «tolto 60 ombrelloni, tra misure di distanziamento e doppia passerella per ingresso e uscita dalla spiaggia. Ma quello che è successo non è colpa di nessuno, i clienti affezionati vengono lo stesso». Ieri mattina, nella postazione con tanto di plexiglass dove si prenota, c’era quasi la fila: «Faccio questo lavoro da 66 anni, e l’importante è che alla fine i clienti restino soddisfatti. Non faremo gli stessi incassi del passato, ma pazienza: ci rifaremo l’anno prossimo». Qui i bagnanti sopportano di buon grado le restrizioni: «Ormai siamo abituati, è così dappertutto: arrivare al mare è come fare la fila alla posta o per entrare al supermercato». Ma tra una regola da rispettare e l’altra, c’è quella sul divieto dei giochi di carte che non va proprio giù a uno storico cliente di Gigino: «Ma è possibile che non si possa fare un tressette sotto l’ombrellone?».
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