È corsa contro il tempo la serie A rischia il crac 

Lunedì la Lega proporrà ai calciatori la sospensione degli stipendi

MILANO . I costi della crisi per il coronavirus rischiano di aprire un fronte nel mondo del calcio. La Lega serie A intende proporre lunedì sera all'Assocalciatori un piano collettivo e l'idea al momento è quella di una sospensione degli stipendi, una misura transitoria in attesa di capire se e quando si ricomincerà a giocare. Poi, molto probabilmente, la questione dei tagli verrà affrontata squadra per squadra, fra dirigenti e capitani. Dal punto di vista della Lega, una soluzione condivisa serve ad evitare che alcuni club paghino e altri no. Dopo la riunione di ieri con il presidente di Lega, Paolo Dal Pino, e l'ad, Luigi De Siervo, il sindacato Aic guidato da Damiano Tommasi aspetta di conoscere bene i dettagli, e già filtra qualche dubbio, visto che era un'ipotesi già prospettata qualche settimana fa, ritenuta non necessaria visto che i prossimi controlli della Covisoc sui pagamenti sono previsti solo a maggio. «Il taglio degli stipendi? La difficoltà di far fronte a determinati impegni è evidente, nessuno può far finta di non porsi il tema del costo del lavoro. Lo faremo senza mortificare nessuno, ricorrendo a soluzioni e ipotesi di sospensione e riduzione», ha osservato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, che spera di completare il campionato ma al massimo entro fine luglio per non compromettere quello 2020/2021. «Il prossimo anno avremo gli Europei e altri impegni delle Nazionali e non possiamo pensare di cominciare il 2020-2021 oltre metà agosto, quindi dobbiamo andare a ritroso e oltre metà luglio diventa complicato ipotizzare di arrivare con questo campionato», queste le parole del presidente della Figc, sulle ipotesi allo studio per terminare questa stagione. È indubbio che l'industria del pallone subisca danni come altre, e molti proprietari sono anche imprenditori.
Inoltre diverse società versavano già in condizioni finanziarie non solide prima del Covid19, alcune non avrebbero pagato il mese di febbraio, e altre hanno appena saldato gennaio. I club mettono in conto un calo delle sponsorizzazioni, da sommare ai ricavi da stadio persi, alle tournée da annullare in estate.
Alcuni poi hanno già scontato le prossime rate dei diritti tv e c'è chi teme che le emittenti sospenderanno i pagamenti finché il campionato non riprende. Un argomento caldo, quello della ripresa, che non manca di creare polemiche. Dalla Lazio, il portavoce Arturo Diaconale punta il dito sulle squadre che «hanno interesse ad annullare il campionato in corso» perchè, come Juve e Inter, a causa della pandemia che ha colpito alcuni giocatori «sono in una condizione di difficoltà nel caso venisse deciso la ripresa degli allenamenti». La ricaduta di uno stop totale può essere pesante. L'Aic, che ha già subito la Cassa integrazione in deroga per i giocatori di B e C, nei giorni scorsi (come l'associazione degli allenatori) si era detta disponibile a sedersi per discutere dei tagli (magari a scaglioni), non appena fosse stato più chiaro lo scenario. Ora aspetta la proposta della Lega. Mentre alla Juventus il capitano Giorgio Chiellini, dopo un incontro con il club, ha proposto ai compagni tre soluzioni per rinunciare a una parte di stipendio. Una mossa da veterano responsabile o, secondo i maliziosi, da aspirante dirigente.
Angelo Caradonna