Bojnov e l’allenatore Zdenek Zeman nel 2005 ai tempi del Lecce in serie A

INTERVISTA AL BULGARO

Bojinov: «Pescara credici possiamo arrivare in alto»

L’attaccante lancia il Delfino in vista della ripresa del campionato: «Sono ottimista e si può risalire la classifica. Zeman? Un maestro, senza di lui non avrei fatto nulla

PESCARA . Fame, sudore e ottimismo per risalire la classifica. Valeri Bojinov ne è convinto, il Pescara potrà cambiare il corso della stagione. A 34 anni e con un brillante passato alle spalle, l’attaccante bulgaro ha ancora stimoli da vendere e un sogno da realizzare: chiudere la carriera giocando di nuovo in serie A, dove esordì da ragazzino nel lontano 2002 con la maglia del Lecce. Durante il lockdown, la punta bulgara ha contribuito alla salvezza del Levski Sofia, suo ex club in gravi difficoltà economiche, donando una parte del suo ingaggio.

L’attaccante Valeri Bojinov, 34 anni, durante l’allenamento con il Pescara
Bojinov, pronto per il rush finale?
«Sì, mi sono sempre allenato e non vedo l’ora di ricominciare. Siamo concentratissimi e desiderosi di riscattare il periodo negativo che abbiamo attraversato prima della sosta. In quella fase avevamo perso un po’ di fiducia a causa delle tante assenze, ma ora la situazione è cambiata».
I play out a 3 punti di distanza, i play off a sei. Qual è l’obiettivo del Pescara?
«Sono ottimista e nella via vita ho sempre pensato in grande. Abbiamo le carte in regola per toglierci delle belle soddisfazioni, siamo convinti di poter risalire la china. Ora occupiamo una posizione di classifica anonima, non siamo né carne né pesce, però la squadra ha valori tecnici e umani importanti e con 30 punti a disposizione può accadere di tutto».
Il suo traguardo personale?
«Potrei dire di voler segnare tante reti, servire molti assist e fare giocare bene la squadra, ma è un discorso fuori luogo. Conta solo l’obiettivo collettivo, non del singolo. Certamente dovrò farmi trovare pronto e sfruttare le occasioni che avrò a disposizione, voglio guadagnarmi con il sudore la riconferma e lo stesso desiderano i miei compagni».
Alla ripresa servirà una partenza sprint?
«Ci stiamo allenando benissimo, Legrottaglie trasmette una forte carica in un clima di grande serenità. Ci confrontiamo spesso e sappiamo di giocarci il futuro in dieci partite».
Il Delfino ha bisogno di gol, sente il peso delle responsabilità?
«So cosa si aspettano la società, l’allenatore e i tifosi, non ho paura delle responsabilità. In questo momento bisogna lavorare tanto e parlare poco, stare zitti e pedalare. Da febbraio non mi sono mai fermato, ho sofferto e ora sono pronto. Ovviamente, non giocando da un po’, per vedere i frutti dei sacrifici ci vorrà un po’ di pazienza. Non ho più 18 anni, gioco in maniera diversa rispetto al passato, alla mia età devo curare ancora di più il corpo, la mente e l’alimentazione, ma posso essere ancora utile. Diego (il match analyst Labricciosa, ndc) dice che sono il Totti del Pescara, è un bel complimento e lo ringrazio. Francesco è stato un’artista del pallone».
Allungare la carriera con uno stile di vita impeccabile, come fece il suo ex compagno Pavel Nedved?
«Già, alla Juve eravamo in camera insieme, tra noi c’era un rapporto bellissimo. Ho avuto la fortuna di andare a casa sua e alzare il Pallone d’oro, non pensavo che pesasse così tanto! Pavel si allenava sempre due volte al giorno. Una volta lo chiamai durante le vacanze di Natale e mi disse che stava correndo, aveva un’attenzione maniacale per la forma fisica. È stato un esempio per lo spogliatoio».
Tra gli allenatori, invece, lei è legatissimo a Zeman.
«Sono una sua creatura, lo ringrazierò per sempre. È stata dura lavorare con lui, ma i risultati si sono visti».
Ha un sogno nel cassetto? «Sì, mi piacerebbe giocare di nuovo in A e spero di poterlo fare con il Pescara. Ho vinto due campionati di B e lo stesso ha fatto Sebastiani. Al presidente ho detto: come si dice in Italia? Non c’è due senza tre».
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