De Sanctis ha Napoli tra le mani

Il portiere guardiese è imbattuto da 360’ e ha conquistato il San Paolo.

Tutto è iniziato nel 1994 con un rigore respinto a Bobo Vieri (allora al Venezia), allo stadio di Francavilla. Morgan De Sanctis era appena 17enne e con quella prodezza si impose all’attenzione con la maglia del Pescara. Oggi, invece, è prossimo ai 33 (a marzo) e sempre respingendo un penalty, calciato domenica sera da Miccoli, è entrato nel cuore di Napoli. Che notoriamente è molto grande: 60mila spettatori domenica sera al San Paolo nel posticipo contro il Palermo. Un po’ alla volta ha fatto breccia nella tifoseria partenopea. C’era bisogno di una prodezza per il suggello. Ed è arrivata.

E’ come se si fosse chiuso un cerchio per il portiere guardiese: dal rigore che l’ha fatto conoscere a quello che l’ha rilanciato in Italia dopo la parentesi estera. E’ in buone mani il Napoli di De Laurentis, quelle sicure del portiere che punta dritto ai Mondiali, in Sudafrica. La convocazione sarebbe una sorta di risarcimento danni da parte di Marcello Lippi. Sì, perché Morgan ha fatto fatica a digerire l’estromissione dalla lista per Germania 2006. Il suo nome è stato escluso all’ultimo momento, a beneficio di Amelia, Peruzzi e, ovviamente, di Buffon. Che era e resta intoccabile. Poi, c’era Peruzzi a fine carriera, ma fidatissimo del Ct tanto che oggi ne è l’assistente.

E poi la promessa Amelia che nel tempo si è un po’ perso per strada. Di conseguenza, niente titolo di campione del mondo per Morgan De Sanctis. Che, però, negli anni ha mantenuto il chiodo fisso nella mente. E per perseguire questo obiettivo è voluto tornare in Italia, dopo le parentesi al Siviglia e al Galatasaray. Ha voluto il Napoli a costo di rinunciare a qualcosa nel braccio di ferro iniziale con De Laurentiis per i diritti d’immagine. Testardo come solo un abruzzese di montagna può esserlo. Tenace nel volersi affermare anche in maglia azzurra. Ci sta riuscendo. La sua porta è imbattuta da 360’, ovvero dalla trasferta di Cagliari chiusa con un roboante pareggio. Si sta affermando nuovamente come uno dei portieri più affidabili. La gerarchia è chiara: primo Buffon, secondo Marchetti (Cagliari) e terzo De Sanctis (Napoli).

A Morgan sta bene. Lui è un uomo spogliatoio per eccellenza. Mai una parola fuori luogo, mai una polemica. Ovunque è andato si è fatto apprezzare per le qualità umane. A Udine, il pm che indagava sui collegamenti tra calcio e scommesse, qualche anno fa ha elogiato pubblicamente il portierone guardiese per la sua integrità morale nel bel mezzo di uno spogliatoio in cui più di uno ha ceduto alla tentazione.

Testardo, tenace e deciso. A costo di ricorrere all’articolo 17 (permette a un calciatore che ha superato i 29 anni di chiedere l’interruzione del contratto pagando un indennizzo basso) ha lasciato Udine e la famiglia Pozzo nell’estate del 2007. Ha fatto storia quella presa di posizione dopo otto anni in maglia bianconera. E’ andato a Siviglia, nella Liga. Ha giocato poco (8 presenze), visto che il tecnico gli preferiva Palop. Ma ha fatto esperienza, se non altro ha conosciuto e apprezzato le bellezze dell’Andalusia. Un altro calcio, quello spagnolo. Così come un altro calcio è quello assaporato in Turchia con la maglia del Galatasaray. Campionato e coppa Uefa da protagonista, ma era in prestito.

E così è tornato al Siviglia, la scorsa estate. Ma solo di passaggio perché di lui si è ricordato un dg che l’ha visto crescere, vale a dire Pierpaolo Marino. Che l’ha visto crescere a Pescara, che l’ha ingaggiato a Udine e che l’ha voluto anche a Napoli. Affare fatto, ma all’inizio più che un matrimonio felice sembrava un incubo. Dapprima i problemi per i diritti d’immagine che stavano per far saltare la firma. Poi, i problemi in mezzo al campo. Sembrava di sognare nel vedere la squadra a rotoli e il presidente irrompere negli spogliatoi di San Siro alla fine del primo tempo. Morgan De Sanctis ha fatto buon viso a cattivo gioco, come il Napoli. Insieme, con la gestione di Walter Mazzarri, hanno risalito la china in classifica fino ad arrivare al quarto posto. E si sono messi in testa di non mollarlo: il Napoli per risentire il profumo di Champions League e De Sanctis per andare ai Mondiali.