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12 maggio

12 Maggio 2025

Oggi, ma nel 1977, a Roma, in piazza Giuseppe Gioacchino Belli, si consumava l’omicidio di Giorgiana Masi, studentessa di 19 anni della quinta classe del liceo scientifico “Louis Pasteur”, verosimilmente uccisa da un colpo ad alzo zero di calibro 22 che la centrava all’addome, mentre era col fidanzato Gianfranco Papini alla manifestazione, non autorizzata, del Partito radicale volta a raccogliere firme sul referendum abrogativo dell'11 e 12 giugno 1978. Nei tafferugli, che coinvolgevano esponenti delle forze dell’ordine e militanti di Autonomia operaia e più in generale elementi della sinistra extraparlamentare, venivano ferite anche otto persone. Il killer rimarrà ufficialmente ignoto e il delitto resterà senza un colpevole assicurato alla giustizia. Sostanzialmente le ipotesi principali saranno quattro: vittima del proiettile esploso da uno dei 5mila tutori dell’ordine pubblico schierati quel giorno; vittima di fuoco amico, ossia di uno sparo di “rossi” durante la fuga dai poliziotti; vittima di agenti provocatori propugnatori del sacrificio di una “compagna”, di una “femminista”, per alzare il livello dello scontro nell’ambito della cosiddetta strategia della tensione; vittima dell’errore di Papini che stava puntando l’arma contro i militari del servizio d’ordine.

Comunque a torto o a ragione l’immagine dell’agente di pubblica sicurezza, in borghese e con la pistola in mano, Giovanni Santone, scattata da Tano D’Amico, diverrà tra le più conosciute rappresentazioni in celluloide di quel fatto di sangue avvenuto nel contesto degli anni di piombo nella Capitale. L’episodio, per decenni, causerà non pochi strascichi di responsabilità tra il ministro dell’Interno Francesco Cossiga, che aveva vietato sia il sit-in di protesta che il corteo, dopo l’animata sfilata da centomila persone in onore del bolognese Francesco Lorusso di Lotta continua del 12 marzo precedente, e il leader radicale Marco Pannella che lo aveva organizzato e messo in atto ugualmente. La giovane, che risiedeva con la famiglia in via Trionfale, diverrà un emblema di quella feroce stagione politica. Verrà ricordata anche con la lapide apposta sul ponte Giuseppe Garibaldi nella Città eterna.