PALLA AL CENTRO

L'inter è una squadra, Juve in costruzione

È la settimana di Inter-Juventus. Questa volta la Champions di domani e mercoledì sarà solo un inframezzo. La mente dei tifosi è già rivolta alla grande sfida del Meazza, domenica sera. Prima contro seconda, il derby d’Italia. Il più atteso degli ultimi anni. Vuoi per la presenza degli ex bianconeri Marotta e Conte nell’Inter, vuoi perché i nerazzurri sono a punteggio pieno. E stanno bruciando le tappe nel processo di crescita avviato con la gestione Suning. Il ritorno ad alti livelli dell’Inter ripropone un braccio di ferro capace di dividere il mondo del calcio italiano. Mentalità e culture diverse; una rivalità mai sopita rinfocolata da Calciopoli. C’è la mano di Conte sulla cavalcata della capolista, quella di un uomo solo al comando che sta forgiando lo spirito di gruppo e quella solidarietà all’interno della squadra necessari per colmare il gap maturato negli ultimi anni. Ha vinto e convinto finora, perché sul piano del gioco ha fatto sempre la sua parte l’Inter, al contrario della Juventus che in qualche occasione ha raccolto più di quanto meritava. Negli ultimi anni la differenza tra le due squadre è stata abissale, a favore dei bianconeri. Questa volta, invece, allo scontro diretto l’Inter arriva con il muso davanti. La Juve sta cambiando pelle e mentalità, si regge più che altro sulle prodezze dei singoli in attesa di tempi migliori. Il passaggio da Allegri a Sarri non è indolore. È in corso una mutazione genetica che ha bisogno di tempo. Sul piano delle individualità i bianconeri hanno qualcosa in più, ma oggi l’Inter è più squadra. Di gran lunga un collettivo più efficace. Poi, magari, i bianconeri cresceranno ancora e suoneranno senza stonature. E allora saranno dolori per tutti. Ma ora la migliore orchestra è quella che ha in Conte un direttore che non sbaglia un colpo. Anche a livello di comunicazione. Cavalca l’onda favorevole e riesce a tirare il massimo dai suoi uomini. Per loro domenica sarà una sorta di esame di maturità. C’è chi lo scettro ce l’ha da otto anni e chi punta a strapparglielo: ecco perché il Meazza domenica sera sarà un’arena in cui non ci saranno valori tecnici, tattici e agonistici. Conteranno orgoglio e stimoli per verificare se i bianconeri hanno la pancia piena o meno.
@roccocoletti1.

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