Daniele Sebastiani

CALCIO SERIE B

"Pescara ripartirà, ma serve chiarezza"

Il pensiero di 4 dirigenti storici della società biancazzurra. Olivieri: Sebastiani? Buon lavoro, però la tifoseria non si fida. De Cecco: Daniele è stato bravo anche se i cicli finiscono

PESCARA. Esperienza, competenza e grande attaccamento ai colori biancazzurri. Quattro storici dirigenti del Pescara commentano la situazione attuale indicando le cause del cammino deludente e le soluzioni per tornare ad essere protagonisti.

Antonio Olivieri

Antonio Oliveri, vice presidente del Pescara per più di quindici anni (non consecutivi, dal 1987 al 2004). «Il campionato del Pescara è il risultato della mancata sintonia tra la società e Zeman. Non c’è stata la condivisione del progetto ed è la cosa peggiore che potesse accadere, perché quando si cade in un simile equivoco i calciatori se ne rendono conto e non sanno quale strada percorrere. Come si riparte? Con la chiarezza, dicendo la verità, anche se è scomoda. I tifosi hanno il dovere di essere informati su obiettivi e potenzialità della dirigenza. Anche noi abbiamo subìto contestazioni, ma siamo stati sempre chiari». Nel mirino della critica c’è il presidente Sebastiani. «Ha svolto un ottimo lavoro in un’epoca drammatica per l’economia del Paese. Ha gestito bene il club con tanti sacrifici ottenendo due promozioni in serie A. E questo non bisogna dimenticarlo. Cosa ha sbagliato? Tutti fanno errori. Al posto suo sarei un po’ più cauto nelle dichiarazioni. La tifoseria non si sfida, altrimenti i rapporti si guastano».

Franco Fedele

Franco Fedele, presidente del Pescara nella stagione 1990-91. «Purtroppo è stato un torneo negativo. Può succedere, non c’è nulla di tragico. Sono convinto che il prossimo sarà il campionato del riscatto. L’errore più grave è stato quello di richiamare Zeman. A me quella mossa non è piaciuta, ci sono rimasto male quando nel 2012 ha lasciato il Pescara per tornare alla Roma. Alla sua età poteva restare qui per costruire un bel progetto». Dopo qualche mese di convivenza, tra il boemo e Sebastiani è iniziata la guerra fredda. «Sì, forse c’erano state frizioni anche prima, ma da quella famosa conferenza stampa di dicembre (quando Zeman disse «A marzo avevamo stabilito il programma, ma la società non ha fatto nulla», ndr) si è capito che non aveva più voglia di restare e che c’erano problemi gravi». Negli ultimi tempi il presidente ha subìto feroci contestazioni. «Sebastiani dovrebbe essere elogiato per le sue capacità. Certo, in serie A le cose non sono andate bene, ma in B ha sempre costruito squadre forti. Tuttavia, dovrebbe stare più calmo e pensare di più prima di parlare. A volte è troppo irruento ed è questo il suo problema, altrimenti nessuno potrebbe attaccarlo. Inoltre, a Pescara è l’unico in grado di assicurare continuità su buoni livelli. Credetemi, nessuno se la prende questa gatta da pelare».

Giuseppe De Cecco

Peppe De Cecco, ex presidente biancazzurro. «Brutta stagione. Bisogna capire come sono andate realmente le cose. Zeman ha ragione quando dice che è impossibile lavorare bene con 50 giocatori, però alcune dichiarazioni poteva risparmiarsele. Il flop è figlio del nervosismo societario. Fino a quando c’era il boemo la squadra era in lotta per i play off, ma dopo l’esonero la situazione è precipitata. Epifani è un allenatore bravo, però in quel momento serviva una figura esperta, visto che lo spogliatoio era in fibrillazione. Infatti Pillon, senza fare nulla di trascendentale, ha rimesso un po’ d’ordine e ci siamo salvati». Il futuro è un’incognita. «Il Pescara avrebbe bisogno di una società potente con grandi capitali, ma nessuno si fa avanti. Sebastiani è stato bravo in questi anni a fare plusvalenze e ottenere due promozioni in A. Io non sarei mai stato capace. Il problema è che non riesce a farsi capire dai tifosi. Lo vedo un po’ logoro: la realtà è che i cicli prima o poi finiscono».

Panfilo De Leonardis

Panfilo De Leonardis, ex presidente del Pescara. «Non sono sorpreso dalle difficoltà di questa stagione. Quando si retrocede non è mai facile ricostruire una squadra in grado di lottare per il vertice. Da quello che ho letto, Zeman non è stato accontentato sul mercato. E il rapporto con Sebastiani si è incrinato presto. Poi, quando il presidente lo ha esonerato, è stato commesso l’errore di promuovere Epifani: in quella fase serviva un profilo esperto. Conosco bene Sebastiani. È bravissimo a gestire la parte economica e alla fine ha ottenuto tanti risultati positivi. Ma deve stare calmo, contare fino a 10 prima di parlare e rispondere ai tifosi. Perché poi sono loro quelli che vanno allo stadio per sostenere la squadra».

©RIPRODUZIONE RISERVATA