Ripartenza e nodo ingaggi la serie A studia il futuro 

I giocatori del Barcellona e della Nba possibilisti sulla riduzione degli stipendi Domani la Lega preparerà le richieste da girare al governo attraverso la Figc

MILANO. Il problema rischia di non essere più quando ma se la stagione del calcio ripartirà. Vale per la serie A, ma anche per Champions ed Europa League, perché l'andamento della pandemia in Italia e nel resto del continente non consente ancora a Lega e Uefa di fare previsioni concrete. La prossima settimana si annuncia cruciale. La speranza, in primo luogo per la salute pubblica e la tenuta degli ospedali, è di vedere quanto prima un rallentamento nel ritmo dei contagi. Altrimenti, sul fronte calcistico è destinato a saltare il piano più ottimistico di far ricominciare il campionato il 2-3 maggio, già considerato molto complicato. Più realistico è immaginare un traguardo a metà maggio o a giugno, con l'idea di giocare le ultime 12 giornate anche a porte chiuse, a quel punto sforando a luglio, oltre il termine della stagione del 30 giugno. Intanto è chiaro che al momento nessuno può riprendere gli allenamenti prima del 3 aprile, secondo le prescrizioni dell'ultimo decreto per il contenimento del coronavirus, e secondo le indicazioni dei medici di 19 squadre su 20. Così si è dovuta arrendere la Lazio di Claudio Lotito, che nelle ultime riunioni di Lega insisteva per accelerare il ritorno in campo, e ieri ha annunciato lo slittamento a data da destinarsi del primo allenamento, precedentemente fissato per oggi. Resta da capire cosa farà il Napoli: secondo l'ultimo comunicato la squadra riprenderà mercoledì 25 marzo gli allenamenti al centro tecnico con una seduta mattutina. Fra tante incertezze, la serie A prova a calcolare i danni economici e a delineare le contromisure. Si calcolano perdite di almeno 160 milioni di euro, che arriverebbero a 700-800 milioni in caso di campionato tronco, fra biglietti, diritti tv, sponsorizzazioni. Ognuno è chiamato a fare la propria parte. Per la pandemia la Nba si appresta a ridurre gli ingaggi delle stelle del basket dell'1% per ogni gara cancellata, grazie a una clausola del contratto collettivo stipulato. Nell'accordo fra Lega e Aic non c'è nulla di simile, né si registrano ancora intese come quella che stanno negoziando il Barcellona e i leader dello spogliatoio su un taglio agli ingaggi.
Sia i manager che i calciatori hanno capito che questa è una misura essenziale in tempi di crisi globale.
Il presidente del club catalano, Bartomeu, oggi cercherà un'intesa comune con l'Eca, le leghe e la Uefa. In Italia per ora si attende un tavolo fra Lega, Assocalciatori e allenatori che entrerà nel vivo nel momento in cui sarà più chiaro se e quando si potrà giocare di nuovo. La nuova riunione fra i club di serie A in programma domani servirà anche a formulare le richieste di aiuti da veicolare al governo attraverso la Federcalcio. In questi giorni si è parlato di modifica della Legge Melandri sulla vendita dei diritti tv, incentivi per la costruzione degli stadi, e la revisione del bando alle società di scommesse che non possono sponsorizzare le squadre.
Antonello Della Piana