Via all’affare Ibrahimovic Salvini-Suso, è polemica 

Maldini e Boban incontrano Raiola per valutare il ritorno dell’attaccante svedese L’ex ministro punge: «Babbo Natale ti porti la grinta». Lo spagnolo: pensi al Paese

MILANO. È presto per dire se il secondo matrimonio tra Zlatan Ibrahimovic e il Milan s'ha da fare ma l'incontro di ieri in sede tra Mino Raiola e la dirigenza rossonera è la prima manifestazione ufficiale d'interesse, il primo passo della trattativa. L'agente del 38enne attaccante svedese, svincolato da qualche giorno dai Los Angeles Galaxy e già accostato al Bologna, spara alto come richiesta d'ingaggio, Maldini e Boban vogliono invece capire con quale spirito Ibrahimovic si riunirebbe al club con cui ha vinto - in altri tempi per tutti - uno scudetto e una Supercoppa: le parti si aggiorneranno già nei prossimi giorni. Sul tema l'ad Ivan Gadizis si era espresso all'ultima assemblea dei soci: «Non bruceremo denaro per giocatori in declino». Bisogna però capire se Ibrahimovic è considerato dalla dirigenza un giocatore sul viale del tramonto oppure se l'esigenza della sua leadership in un gruppo giovane possa convincere la proprietà a fare un ulteriore sforzo dopo aver speso 170 milioni di euro nelle ultime due sessioni di mercato.
Intanto Matteo Salvini provoca e Suso reagisce. È un botta e risposta al veleno quello che si scatena su Instagram tra il leader della Lega e l'esterno mancino del Milan che proprio ieri ha compiuto 26 anni. «Auguri!», scrive l'ex ministro dell'Interno. «Nella speranza che Babbo Natale ti porti un po’ di velocità, di grinta e di voglia di giocare». Pronta la piccata replica dello spagnolo: «Grazie. Nella speranza che Babbo Natale ti porti un po’ di velocità, di grinta e di voglia di amministrare meglio, molto meglio, un Paese che amo». Il Milan ufficialmente non commenta quanto accaduto ma è ipotizzabile che qualcuno all'interno del club non abbia certo gradito questa ennesima esternazione di Salvini, non nuovo a polemizzare contro dirigenza, allenatori o giocatori rossoneri. Suso era già stato citato dall'ex vice premier tra i «giocatori non da Milan» dopo la recente sconfitta contro la Fiorentina, rincarando la dose sul «centrocampo impresentabile» e della «rosa inguardabile». Come dimenticare poi le storie tese nella scorsa stagione con Rino Gattuso: le dure critiche dell'allora ministro dell'Interno avevano fatto «impazzire» il tecnico che lo invitò con toni piuttosto diretti «a pensare alla politica» per risolvere «i grandi problemi dell'Italia».
Juventus. La sosta ha diluito le polemiche generate dall'affare Ronaldo, sostituito da Sarri, con cui ha chiarito la propria posizione e l'istintiva reazione già al rientro alla Continassa di martedì, ma le partite con le Nazionali hanno lasciato molte scorie nelle gambe dei calciatori impegnati, anche se i segnali sono improntati all'ottimismo. Migliorano, infatti, le condizioni di Pjanic, che dovrebbe partire titolare sabato contro l'Atalanta, pienamente recuperato Matuidi. Meno grave del previsto, l'infortunio all'adduttore sinistro di Alex Sandro: il terzino dovrebbe tornare a disposizione contro l'Atletico Madrid in Champions League. Si è invece fermato Rabiot.
Ha svolto una seduta personalizzata Cristiano Ronaldo con l'idea di non forzare eccessivamente il ginocchio malandato: la cena che dovrebbe offrire ai compagni sancirà la chiusura ufficiale del caso, rilanciando CR7 per la sfida con l'Atalanta.
Angelo Caradonna