Atri: laser su un tumore, intervento innovativo 

Trattamento di un cancro inoperabile alla tiroide nel reparto di endocrinologia. È tra i primi casi in Italia

ATRI. Laser contro la metastasi di un tumore alla tiroide in un paziente inoperabile. E’ riduttivo definire come innovativo l’intervento praticato l’altroieri all’ospedale di Atri.
Non solo è l’unico in Abruzzo, ma è uno dei primi in Italia ed è stato portato a termine dal primario del reparto di malattie endocrine e diabetologia, centro di riferimento regionale per questo tipo di patologie, Bruno Raggiunti (foto) e dalla sua equipe.

«Si tratta di una metastasi tumorale comparsa a 15 anni da una a tiroidectomia totale», spiega il primario, «il paziente, proveniente dalla provincia di Teramo, ha 87 anni e non avrebbe sopportato un intervento in anestesia. Così per la prima volta abbiamo usato il laser. Abbiamo dato energia tramite un ago, aumentando la temperatura intorno ai 150 gradi, vaporizzando le cellule tiroidee ancora presenti. In questo modo abbiamo sensibilimente ridotto il volume del tumore. Il paziente ha reagito ottimamente alla terapia ed è stato dimesso dopo circa 3 ore dal trattamento in quanto ricoverato in day hospital». Si tratta di una terapia nuovissima che va applicata a casi che l’endocrinologo definisce «superselezionati», ad esempio non ci devono essere metastasi diffuse e il paziente deve essere inoperabile.
Il trattamento eseguito venerdì ad Atri è stato possibile grazie all’esperienza acquisita nel tempo sul trattamento laser dei noduli benigni. «Il nostro centro, per la terapia laser, è stato incluso in un gruppo di studio italiano che comprende solo 10 centri, in cui il capofila è l’Istituto europeo oncologico (Ieo) di Milano», spiega Raggiunti, «tale riconoscimento ci rende orgogliosi in quanto siamo convinti che anche in Abruzzo si possa fare “buona sanità”, nel nostro caso tutto ciò è stato possibile grazie al supporto dell’alta direzione».
I cosiddetti noduli alla tiroide sono una patologia molto frequente. Grazie all’ecografia si individuano un 20-25 % di soggetti che sono portatori di un nodulo non palpabile ma rilevabile all’esame ecografico, oltre al 5% della popolazione generale che presenta un nodulo evidente alla palpazione. Di questi solo il 20% viene inviato al trattamento chirurgico ed il restante 80% viene assegnato alla gestione medica. A parte terapie con lo iodio, sostanzialmente per i noduli soldi benigni si procede all’ablazione con il laser e l’unità operativa complessa di Atri ne ha eseguite 335 in 7 anni. Per le cisti si procede all’alcolizzazione, cioè a iniezioni di alcol, che si praticano nel reparto di Raggiunti dal 1996. Il laser si pratica invece dal 2009, quello atriano è stato il quinto centro in Italia.
Il reparto è meta di pazienti da tutta Italia, e anche dall’estero. Per dare una misura dell’attività svolta, l’anno scorso sono state effettuate 26mila prestazioni. Nei primi sei mesi del 2018 i numeri sono addirittura in aumento. Sono stati 7.432 gli accessi di pazienti, più 525 in day hospital, ricoveri ambulatoriali e day service. Le prestazioni sono state almeno il doppio del numero dei pazienti. «Abbiamo fatto più di mille accessi rispetto all’anno scorso», conferma il primario, «nonostante dei limiti causati dalla carenza di personale che, ad esempio, ci limita le sedute laser. La Asl ci dovrebbe dare – ci hanno assicurato – due medici e 4-5 infermieri in più. Intanto a settembre ci trasferiremo nel nuovo reparto: ora siamo in un sottotetto di 5 stanze, ma andremo al primo piano, sopra al pronto soccorso, e avremo a disposizione 22 stanze. Questo porterà un beneficio sia nell'organizzazione dell'attività che nel comfort per i pazienti».
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