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Attacchi di hacker in tutta Italia, un teramano tra i 15 indagati

Perquisizioni e sequestri in città per le inchieste delle procure di Roma e Perugia. Sotto accusa un gruppo di giovani pronti a violare i sistemi di polizia postale, sindacati e scuole

TERAMO. C’è anche un 19enne disoccupato teramano tra i 15 hacker denunciati perchè accusati di attacchi informatici ai sistemi di siti istituzionali, tra cui quello della stessa polizia postale, aziende private, scuole e sindacati. L’inchiesta è coordinata dalle procure di Roma e Perugia e dal tribunale dei minorenni del capoluogo umbro.

I reati contestati a tutti sono il danneggiamento di sistemi informatici, l'interruzione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche, l’accesso abusivo a sistemi informatici, il danneggiamento di dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o altro ente pubblico o di pubblica utilità. Gli agenti della postale hanno fatto perquisizioni nel capoluogo teramano, nell'abitazione del 19enne, così come in altre 10 regioni italiane, sequestrando personal computer e altri dispositivi utilizzati per portare a compimento gli attacchi. «Gli hacker navigavano sotto i nickname delle crew “Anonymous Jag” e “Thc Squad”, distribuiti dalla Lombardia alla Campania, dal Veneto alla Puglia e all'Abruzzo», si legge in una nota diffusa dalla polizia postale, «l'operazione denominata “New generations” ha riunito due articolate indagini e ha permesso di eseguire provvedimenti nei confronti di 15 giovani, alcuni minorenni e un 40enne di Torino con diversi precedenti penali. Tra i siti attaccati figurano il portale della stessa polizia postale commissariatodips.it, i siti delle Camere del lavoro in Lombardia, della Uil della Fiom, esercito.difesa.it, dps.tesoro.it, urp.cnr.it e quello dell'Agenzia del Territorio».

Spesso agli attacchi seguiva la pubblicazione dei dati sottratti, o parte di essi, e del comunicato di rivendicazione, la cui diffusione era solitamente effettuata per mezzo dei più noti social network, quali twitter o facebook.

Attraverso gli attacchi i siti diventavano irraggiungibili per un determinato periodo di tempo o venivano derubati delle informazioni sensibili memorizzate sui database attraverso il cosiddetto dump, oppure ancora venivano invasi da una homepage creata ad hoc che sostituiva quella originale.

Analoga manomissione si era verificata in alcuni siti di istituti scolastici perugini, con la rivendicazione dai componenti del secondo dei due gruppi individuati, di oltre 150 attacchi al mondo dell'istruzione.

Le indagini non sono finite: tutto il materiale sequestrato, in particolare supporti magnetici, nei prossimi giorni sarà esaminato da esperti che successivamente rimetteranno un rapporto all’autorità giudiziaria.©RIPRODUZIONE RISERVATA