Attende fino al 2012 per la risonanza

Paziente accusa la Asl e sbotta: «Dai privati me la fanno subito»

TERAMO. Ha tentato fino all'ultimo di non entrare nella schiera di pazienti che alimentano la tanto vituperata mobilità passiva. Ha cercato di rimanere "fedele" alla Asl di Teramo, ma ha dovuto cedere davanti all'enormità della lista di attesa.

A raccontare quanto vissuto per sottoporsi a una risonanza è la stessa Clara Zeppi, di Pineto. ‹‹Ho un fortissimo mal di schiena, posso stare solo in piedi», racconta la donna, «erano 4-5 anni che non facevo più la risonanaza, che già aveva evidenziato uno schiacciamento delle vertebre. Sono andata così a fare visita da un ortopedico. Da febbraio faccio cure, senza esito. Così mi ha prescritto i raggi all'anca, che è malmessa, e la risonanza alla colonna. Al Cup mi hanno fissato l'appuntamento per i raggi: il 20 maggio, una data accettabile. E poi quello per la risonanza, che si fa solo a Teramo: il 4 giugno 2012. Ho subito detto: non è possibile. E poi ho chiesto se è possibile farla a pagamento ma mi è stato risposto di no. Uscita dall'ospedale sono andata a Villa Serena, con l'impegnativa: me la fanno per 14 giugno di quest'anno. E pago lo stesso ticket che pagherei in ospedale. Al ritorno mi sono fermata al Cup di Atri e ho disdetto l'appuntamento per 14 mesi dopo››. Clara Zeppi ha tentato di farsi la risonanza a Teramo, anche se Villa Serena è più vicina: «Io ho tentato fino all'ultimo di rivolgermi a una struttura pubblica, ma il tipo di risposta non mi ha dato alternative. D'altronde non voglio ricorrere a raccomandazioni, che oggi sono il pane quotidiano ma sono scandalose. E con questo dolore non potevo aspettare tanto».

E sempre sulle liste di attesa, ma per le ecografie, c'è una nota di Cesare D'Alessandro, vicecapogruppo dell'Idv alla Regione. «Chiodi non fa nessuna fila per sottoporsi a un'ecografia, potendo sempre avvantaggiarsi di qualche medico amico che gli evitava la scocciatura di attendere il suo turno. E quanto lo stesso Chiodi, molto candidamente, ha confessato nel convegno "Le tue domande sulla sanità" a Teramo; ha anche ribadito che come lui fanno in tanti, basta essere "ammanicato" e si ottengono controlli e cure», esordisce D'Alessandro. Parla poi di un paziente che per un'ecografia dovrà aspettare 221 giorni, precisando che la fila riguarda oltre 2mila cittadini. Poi scrive testualmente: ‹‹Forse (Chiodi, ndr) non sa che a Teramo vi sono 70 ecografi della sanità pubblica e che solo uno funziona a pieno regime, nel reparto di Radiologia, al servizio dei cittadini che si prenotano e anche di quelli che hanno necessità urgenti. Chiodi non sa, ed è grave, che se di questi 70 ecografi pubblici, distribuiti in tanti reparti e che sono attualmente sottoutilizzati, se ne potessero mettere in rete una decina in un apposito reparto (da creare) di ecografia, verrebbero eliminate le liste d'attesa››.

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