CORONAVIRUS

Aumentano i ricoveri, la Asl di Teramo apre nuovi reparti Covid

Riapre la Rianimazione Covid del terzo lotto del Mazzini, all'ospedale di Atri riconvertiti i reparti di Riabilitazione e Medicina. Di Giosia: "Abbiamo carenza di personale, 81 dipendenti in malattia perché positivi"

TERAMO. Per far fronte all’aumento di pressione sugli ospedali, oggi l’Unità di crisi della Asl di Teramo ha disposto la riapertura della Rianimazione Covid del terzo lotto del Mazzini (finora erano aperti solo alcuni posti, dedicati e isolati, nelle Rianimazioni) per ora con 6 posti letto. Inoltre da oggi all’ospedale di Atri la Riabilitazione sarà riconvertita in reparto Covid con 19 posti letto e nelle prossime ore anche la Medicina di Atri diventerà reparto Covid. Contemporaneamente sono state accorpate le Chirurgie e Ortopedie degli ospedali di Atri, Giulianova e Sant’Omero e l’Otorino e la Chirurgia toracica del Mazzini.

“Tutto questo per recuperare personale, in particolare infermieri”, spiega Maurizio Di Giosia, direttore generale della Asl di Teramo, “di cui, in attesa della conclusione del recente concorso, si è acuita la carenza. Attualmente abbiamo 81 dei nostri dipendenti ammalati di Covid e dunque in malattia. Di questi circa la metà sono infermieri. Da qui la necessità di procedere agli accorpamenti, per recuperare personale”. Per il momento non è stata bloccata l’attività chirurgica, in modo da garantire comunque il trattamento di altre patologie extra Covid. L’Unità di crisi ha anche aumentato da 30 a 35 i posti letto nella Rsa di bivio Bellocchio dove confluiscono i pazienti in via di guarigione. A stamattina i ricoveri di pazienti positivi in tutte le strutture Asl erano 104.

“Ci troviamo di fronte a una situazione molto impegnativa, ma sostanzialmente diversa rispetto alle precedenti ondate”, spiega ancora Di Giosia, “in quanto se precedentemente i ricoveri erano sostanzialmente causati dalla gravità di patologie causate dal coronavirus, adesso si tratta più che altro di ricoveri causati da patologie ordinarie ma su pazienti malati di Covid, che dunque necessitano della degenza in reparti ad hoc. Tutto questo è da ricondursi certamente al fatto che la maggioranza della popolazione è vaccinata e quindi più protetta dal virus, oltre al fatto che la variante Omicron ha sintomi meno gravi. Ci sono poi i non vaccinati che hanno una situazione clinica molto più grave. Non a caso quasi il 100% di pazienti positivi ricoverati nelle nostre Terapie intensive non è immunizzato”.