Brucchi, gli ultrà sott’inchiesta La procura li accusa di stalking

Gli insulti a Brucchi e altri episodi dopo il no al referendum diventano atti persecutori
TERAMO. Insulti al sindaco, la procura accusa gli ultrà di stalking. E' l'articolo 612 bis del codice penale: «misure contro atti persecutori» Maurizio Brucchi ha detto di non voler querelare i due ultrà che lo hanno affrontato davanti al duomo. Ma il sindaco ha esposto al sostituto procuratore, Davide Rosati, questo ed altri episodi di attacchi subiti. Quindi ha affermato che gli creano uno stato d'ansia che turba lo svolgivimento della sua attività di sindaco. Il tutto viene tradotto dalla procura come stalking: «Atti reiterati e idonei», dice la nuova norma, «a cagionare un perdurante e grave stato di ansia e di paura».
L'inchiesta non procede a querela se il reato «è connesso con altro delitto per il quale si procede d'ufficio». Ma in campo scende l'avvocato Filippo Torretta. Con una sua nota, il Circolo di Teramo di Rifondazione Comunista, difende gli ultrà. «Si è trattato di una legittima contestazione. Rifondazione Comunista esprime la propria solidarietà. Al di là del linguaggio, a volte esasperato (ma non più di quello che usa l'alleato nazionale di Brucchi, Umberto Bossi, quando dà dello stronzo all'onorevole Casini) il contestatore si è limitato a richiamare alla memoria del sindaco il mancato rispetto del suo programma elettorale».
Rifondazione parla della negazione del diritto al referendum sul vecchio stadio. E rimanda al mittente, cioè a Brucchi, l'accusa «avanzata puntualmente verso chi osa dissentire: quella di operare come burattinai dei movimenti di protesta. Rifondazione, caro Brucchi, non ha mai strumentalizzato nessuno. Liberi fischi in libera piazza: così diceva il presidente Sandro Pertini». (l.c.)
L'inchiesta non procede a querela se il reato «è connesso con altro delitto per il quale si procede d'ufficio». Ma in campo scende l'avvocato Filippo Torretta. Con una sua nota, il Circolo di Teramo di Rifondazione Comunista, difende gli ultrà. «Si è trattato di una legittima contestazione. Rifondazione Comunista esprime la propria solidarietà. Al di là del linguaggio, a volte esasperato (ma non più di quello che usa l'alleato nazionale di Brucchi, Umberto Bossi, quando dà dello stronzo all'onorevole Casini) il contestatore si è limitato a richiamare alla memoria del sindaco il mancato rispetto del suo programma elettorale».
Rifondazione parla della negazione del diritto al referendum sul vecchio stadio. E rimanda al mittente, cioè a Brucchi, l'accusa «avanzata puntualmente verso chi osa dissentire: quella di operare come burattinai dei movimenti di protesta. Rifondazione, caro Brucchi, non ha mai strumentalizzato nessuno. Liberi fischi in libera piazza: così diceva il presidente Sandro Pertini». (l.c.)
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