Case Ater, rifinanziati oltre 66 milioni 

Trasferta romana per Marsilio: i fondi per l’edilizia residenziale pubblica erano stati ritirati dal Governo perché non spesi

TERAMO. Dopo mesi di polemiche la tanta attesa ordinanza che rifinanzia la ricostruzione delle case Ater è arrivata. L’atto, che prevede lo stanziamento per Teramo di 66 milioni di euro, è stato infatti approvato ieri a Roma nel corso della riunione della cabina di coordinamento per la ricostruzione post sisma 2016, convocata dal commissario straordinario Piero Farabollini e che ha così dato seguito alle richieste arrivate in questi mesi da cittadini e istituzioni del territorio.
Ad annunciare il raggiungimento dell’importante risultati (basta pensare che su 2700 alloggi di proprietà dell’Ater di Teramo ben 597 sono quelli danneggiati dal sisma), è stato ieri pomeriggio il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio al termine della riunione della struttura commissariale alla quale ha partecipato insieme al direttore dell’ufficio speciale per la ricostruzione, Vincenzo Rivera. Con l’ordinanza vengono rifinanziati tutti gli interventi sulle case popolari danneggiate dal sisma per complessivi 75.591.000 euro, di cui oltre 66 milioni destinate alla case dell’Ater di Teramo. Su espressa richiesta del presidente Marsilio, inoltre, è stato anche stabilito che una quota percentuale, dentro ogni progetto che verrà cantierato, dovrà essere destinata al miglioramento delle aree di pertinenza degli edifici di edilizia residenziale pubblica, al fine di garantire «un arredo urbano consono».
Adesso, dunque, potranno essere finalmente avviate tutte le procedure di cantierizzazione delle gare che sono state già approvate. «Finalmente siamo riusciti a ottenere delle risposte concrete dalla struttura commissariale», ha detto al termine della riunione il presidente Marsilio, «da tempo aspettavamo il rifinanziamento del programma per la messa in sicurezza delle case popolari, al fine di riuscire a dare risposte concrete a tutti quei cittadini che dopo il terremoto del 2016 sono stati costretti a lasciare le loro abitazioni. Nell’ambito degli interventi di messa in sicurezza ho voluto che fosse inserito anche l’intervento per la riqualificazione delle aree di pertinenza esterne agli edifici. Andare a vivere in quei quartieri deve significare anche poter avere dei giardini dove passeggiare, degli spazi dedicati ai più piccoli, delle panchine che abbelliscano l’arredo urbano».
I ritardi nella ricostruzione delle case Ater erano stati al centro, nei mesi scorsi, di forti proteste da parte degli sfollati, soprattutto a Colleatterrato, una delle zona maggiormente danneggiate dal sisma, e anche di un duro scambio di accuse tra Marsilio e lo stesso commissario Farabollini. Proprio in occasione di un sopralluogo alle case Ater di Colleatterrato, infatti, Marsilio parlando dei fondi per l’edilizia residenziale pubblica che erano stati ritirati dal Governo in quanto non spesi nei tempi previsti aveva accusato il commissario di aver commesso un errore nel preparare l’ordinanza in quanto, secondo il presidente della Regione, nessuna stazione appaltante avrebbe mai potuto eseguire le gare nel lasso di tempo previsto. Accuse a cui Farabollini aveva replicato dichiarando come criticità e ritardi fossero imputabili solo ed esclusivamente alla Regione, da cui dipendono le diverse Ater. (a.m.)
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