Costantini: dirò al prefetto che la mia multa è assurda 

Il sindaco contesta la sanzione inflitta a lui e a quattro amministratori per la fascia consegnata alla Madonna: «Era una cerimonia a porte chiuse»

GIULIANOVA. Hanno destato clamore le sanzioni da 200 euro cadauna comminate dalla prefettura al sindaco Jwan Costantini e ad altri quattro amministratori comunali (gli assessori Di Candido, Di Carlo e Taralli e il presidente del consiglio Vasanella) per la messa tenutasi il 25 marzo scorso, in pieno lockdown, nel santuario della Madonna dello Splendore. Una vicenda che non finisce qui, visto che Costantini annuncia di aver chiesto un incontro al prefetto per esporre le proprie ragioni.
Il primo cittadino, che quel giorno depositò come atto di fede la fascia tricolore sull’altare principale invocando la protezione della Madonna sulla città in relazione alla pandemia da Covid-19, è rimasto interdetto nel leggere le motivazioni della sanzione, di cui riportiamo il passaggio principale: «In data 25 marzo 2020, a Giulianova nel santuario della Madonna dello Splendore, alle ore 11.30 circa, militari della stazione carabinieri di Giulianova accertavano che il sig. Costantini Jwan, sindaco di Giulianova, presenziava alla cerimonia religiosa, allontanandosi dalla propria abitazione in assenza di comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o di motivi di salute». Costantini afferma: «Rimango basito vista la motivazione riportata dal verbale. I militari della stazione carabinieri di Giulianova contestano al primo cittadino di essersi allontanato dalla propria abitazione in assenza di comprovate esigenze di lavoro, di assoluta urgenza o di motivi di salute. Forse qualcuno non ricorda, ma saremo noi ben lieti di farlo davanti al prefetto, che il sindaco è la massima autorità sanitaria, di pubblica sicurezza, di protezione civile e di polizia municipale di un comune. Se il sindaco, nonostante tutti i ruoli che ricopre, deve anche fornire un certificato che possa avallare l’assenza di comprovate esigenze lavorative per svolgere la sua mansione, ci vedremo costretti a ricorrere nelle sedi opportune per tutelare non solo il sindaco di Giulianova, ma tutti i sindaci d’Italia, dell’Abruzzo e della provincia di Teramo». Costantini aggiunge: «La cerimonia era a porte chiuse come previsto dalla norma, ma probabilmente a qualcuno dà fastidio avere un sindaco cattolico praticante». Il sindaco ricorda poi un episodio risalente al periodo del confinamento: «Ricordo che in quegli stessi giorni il sindaco di Chieti ha partecipato ad una processione religiosa e sarei curioso di sapere se è stato multato».
Jwan Costantini ha chiesto un incontro al prefetto di Teramo Angelo de Prisco al fine di chiarire fino in fondo la querelle innescatasi.
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