D’Alberto: la Asl chiarisca quali sono i siti idonei 

Per il sindaco la priorità è in ogni caso avere il presidio di secondo livello Per questo chiede che il consiglio congiunto con L’Aquila si faccia all’Emiciclo

TERAMIO. Fare chiarezza una volte per tutte sugli eventuali siti idonei, oltre a quello di Piano d’Accio, ad ospitare il nuovo ospedale. È quanto chiede alla Asl il sindaco Gianguido D’Alberto, con l’obiettivo di sgomberare il campo da inutili polemiche sulla sua futura localizzazione e spostare il dibattito su quella che sarà la sanità teramana nei prossimi anni. «Quando fu votata la delibera in consiglio comunale la situazione era diversa, si parlava di ospedale unico provinciale», ha sottolineato ieri mattina il sindaco, «oggi le cose sono cambiate. Dopo il tramonto del project presentato dalla Pizzarotti si entra in una fase delicata. L’obiettivo resta quello di un ospedale di secondo livello che non può che essere localizzato nel comune capoluogo. Ma la Asl deve fare chiarezza sulla praticabilità delle varie proposte per evitare che si crei un’inutile confusione. In commissione sanità, ad esempio, è emerso che la proposta di intervenire sull’ex sanatorio non è praticabile per via dell’esistenza di un vincolo».
In ogni caso, per il primo cittadino, il nodo della questione è un altro. Perché la realizzazione del nuovo ospedale si intreccia inevitabilmente con la riorganizzazione della rete sanitaria a livello regionale e con la previsione, in Abruzzo, di due Dea di secondo livello: uno nell’area metropolitana Pescara-Chieti e uno nell’area L’Aquila-Teramo. Ed è per questo che il sindaco Gianguido D’Alberto è tornato sulla questione, sottolineando la necessità di fare chiarezza su quella che sarà la nuova rete ospedaliera. Non è un caso, al riguardo, che dopo aver incassato la disponibilità del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi a convocare un consiglio comunale congiunto sul tema D’Alberto ieri mattina ha formalizzato la proposta, già emersa nel corso della commissione sanità, di riunirlo nella sede del consiglio regionale. «Non si tratta solo di individuare un luogo neutro dal punto di vista geografico», ha detto, «ma di riunire i due consigli comunali nel luogo istituzionale deputato a decidere quale sarà la riorganizzazione della rete ospedaliera e il futuro della sanità regionale». L’idea è quella di invitare all’appuntamento anche il ministro della salute Roberto Speranza, con l’obiettivo di chiedere una deroga al decreto Lorenzin anche in considerazione del fatto che entrambe le realtà rientrano in un cratere sismico. La stella polare, in ogni caso, resta quella di avere a Teramo il Dea di secondo livello. Oggi al Mazzini sono infatti presenti tutte le specialità, ad eccezione della terapia intensiva neonatale. Da qui la necessità di un confronto con l’Aquila che superi ogni discorso campanilistico e allo stesso tempo quello di spostare il tiro rispetto al dibattito sul nuovo ospedale, fino ad oggi concentrato esclusivamente sulla sua localizzazione. «Se mi verrà chiesto di prendere il Mazzini e spostarlo tal quale in una nuova struttura il mio parere sarà contrario», ha detto D’Alberto, «altro è se la nuova struttura, ed è questa la direzione verso la quale dobbiamo andare, serve ad avere competitività con altri territori ed avere l’ospedale di secondo livello». Per questo il sindaco chiama in causa anche i medici. «Ogni decisione politica sul tema, sia livello regionale che comunale, non può prescindere dall’ascoltare i medici, che devono esprimersi chiaramente. Sono loro che vivono quotidianamente il tema del diritto alla salute dei cittadini».
©RIPRODUZIONE RISERVATA