Estate in città senza monumenti

Ai turisti non è rimasto quasi niente da visitare

TERAMO. Pinacoteca smantellata, scavi in piazza Sant’Anna inaccessibili, mosaico del leone chiuso, cattedrale ancora in restauro. Sarà un’estate senza monumenti in città. La chiusura di siti archeologici e spazi museali terrà lontani gruppi turistici che non saprebbero proprio cosa visitare, a parte il museo archeologico, unica struttura aperta. A tracciare il quadro desolante dell’offerta monumentale e turistica della città è Alberto Melarangelo, consigliere dei Ds. «E’ tutto chiuso», sottolinea, «a cominciare dalla domus di piazza Sant’Anna che dopo il teatro romano è il sito archeologico più importante». Realizzata la copertura di vetro e ferro alcuni anni fa, lo spazio non è mai stato visitabile.

«In pochi sanno cosa c’è dentro quella struttura», prosegue Melarangelo, che sull’argomento ha anche presentato un’interrogazione in consiglio comunale, «anche perchè manca una segnaletica che dia qualche minima informazione sul sito». Pochi passi più in là c’è l’antica cattedrale di Sant’Anna. E’ un altro monumento simbolo della città, ma spesso inaccessibile: «La chiesa è aperta una volta ogni tanto e non è affatto chiaro come e quando visitarla». Niente da fare anche per il mosaico del leone, ospitato a palazzo Savini, praticamente di fronte alla chiesa di Sant’Anna. «Il reperto di epoca romana è aggredito dall’umidità e necessita di restauro», sottolinea Melarangelo, secondo cui bisogna intervire in fretta per rendere l’opera visitabile. «Palazzo Savini è in ristrutturazione da tre anni», aggiunge, «il mosaico è inaccessibile e non si conoscono i tempi per la riapertura».

Sono visitabili solo in alcuni momenti, invece, gli scavi della Madonna delle Grazie. «Sono aperti per poche ore alla settimana, a cura della cooperativa del museo», fa notare il consigliere, «ma anche in questo caso manca del tutto la cartellonistica esplicativa». A far arrabbiare il consigliere, però, è soprattutto lo smantellamento della collezione permanente della pinacoteca. «Ci sono opere, che vanno dal Trecento fino a Montauti, chiuse in deposito», afferma, «si parla della collezione su siti internet e guide, ma non è visitabile». Nell’elenco dei monumenti e degli spazi che i turisti possono vedere solo in fotografia c’è anche la cattedrale, il principale monumento cittadino, chiusa da tempo per restauri e destinata a riaprire solo a settembre. Altro sito pronto da anni ma mai aperto al pubblico è l’area archeologica della Cona: «Qualcuno ha tagliato l’erba nello spazio che ha riportato alla luce un tratto dell’antica via sacra di Interamnia», sottolinea Melarangelo, «ma non è visitabile».

L’unico spazio accessibile per i turisti che dovessero arrivare a Teramo è il museo archeologico. «Troppo poco», è il giudizio del rappresentante dei Ds, «per una città che fa dell’offerta turistica e culturale un proprio punto forte». La sala ipogea e il laboratorio di arte contemporanea nell’ex provveditorato, interventi che dovrebbero essere avviati a breve, per Melarangelo rappresentano dati positivi per il futuro, ma l’attualità è drammatica. Il consigliere parla anche delle opere in corso, come il recupero del castello, di casa Urbani e dell’ex chiesa di Santa Maria a Bitetto. «Quando saranno ultimati i lavori?», chiede Melarangelo, «è importante conoscere i tempi di realizzazione e asfaltatura delle strade, ma anche questi progetti sono fondamentali per la città».