Fanno il corso di doposcuola ma si ritrovano badanti

Quattro giovani segnalano il caso a “Robin Hood”: credevano di avere l’attestato per seguire i bambini e invece la qualifica è quella di assistenti per gli anziani

TERAMO. Sono donne, disoccupate e si ritrovano con un pugno di mosche in mano dopo aver pagato circa 1.500 euro per prendere un “pezzo di carta” che consentisse loro di trovare lavoro.

La storia la racconta Pasquale Di Ferdinando, responsabile dell’associazione per la difesa dei consumatori “Robin Hood” a cui si sono rivolte quattro giovani donne provenienti da diversi centri della provincia di Teramo.

«La ragazze hanno seguito un corso di formazione a pagamento», spiega Di Ferdinando che non svela quale sia il centro di formazione citato dalle giovani, «nell'avviso e su specifica richiesta, alla scuola avevano detto loro che il corso serviva per ottenere l’attestato che consentisse loro di fare il doposcuola ai bambini. Così le ragazze si iscrivono, frequentano il corso, fanno gli esami e prendono il diploma». Poi presentano il curriculum alle cooperative sociali sperando di trovare l’agognato lavoro e qui ricevono la brutta sorpresa. «Le cooperative rispondono che non possono prenderle», aggiunge Di Ferdinando «scoprono cioè che l'attestato serve solo per l’assistenza agli anziani, per fare le badanti». La delusione è cocente, anche perchè le quattro ragazze hanno speso una bella cifra, soprattutto per chi non ha lavoro, per seguire il corso.

«Quando si partecipa a questi corsi», consiglia il responsabile dell’associazione consumatori, «è importante andare a vedere il codice Istat di riferimento, non fermarsi a quello che è scritto nelle pubblicità, ma capire di quale qualifica si tratta realmente. Nel caso in questione le quattro ragazze hanno pagato circa 1.500 euro. Non solo: hanno seguito il corso per quasi un anno, un lasso di tempo importante per chi cerca un lavoro. Un lasso di tempo in cui avrebbero potuto cercare un’occupazione o seguire un altro corso che fornisse un attestato più consono alle loro esigenze, rispetto a quello di assistente per gli anziani. Loro speravano a settembre, con la ripresa della scuola, di trovare un lavoro». L’associazione adesso chiederà al centro di formazione di restituire il denaro alle giovani.

«Percorreremo la strada della denuncia all'Antitrust per pubblicità ingannevole, se la società non restituirà le somme versate, con una cifra in più per il danno, visto che hanno perso tempo e soldi anche per fare i trasferimenti per seguire le lezioni», conclude Di Ferdinando. (a.f.)

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