Franco, il giovane autistico di Villa Ripa che ha commosso il Papa

Il teenager ha incontrato in piazza San Pietro il pontefice che l’ha abbracciato e accarezzato a lungo

TERAMO. Chissà quali parole di gioia avrebbe pronunciato Franco, un ragazzo autistico teramano, se mercoledì avesse potuto parlare: quando è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco, in Vaticano. E’ stata la sua storia e quella della sua famiglia di Villa Ripa, della mamma del giovane 17enne affetto da autismo costretta ad abbandonare il lavoro per stare accanto a suo figlio, a commuovere il pontefice e quanti hanno preso a cuore una storia di lotta quotidiana e sofferenza: quella della famiglia del 17 enne teramano Franco Di Luciano.

Non sappiamo cosa ha provato il cuore di Franco quando il pontefice si è fermato a accarezzargli il volto e le mani, quando Franco si è placato per alcuni istanti fermando il suo mondo, la sua iperattività, i suoi versi, fermando per qualche istante anche la mortificazione quotidiana della sua famiglia abbandonata dalle istituzioni e forte solo del suo coraggio. Ma sappiamo però che quel momento ha riempito il cuore di chi era con lui, gli stessi che oggi ricominciano a percorrere il calvario con una bella preghiera nel cuore.

Lo racconta Chiara Ciminà, una giovane assistente 27enne che lo stesso Franco ha voluto che fosse la “sua” assistente, a modo suo, prendendola per mano il primo giorno, come non ha mai fatto con nessuno, per farsi accompagnare da lei nella sua stanza per mostrarle i suoi giochi. Con nessuno perché Franco non si lascia toccare, non si lascia abbracciare, è lui a decidere chi e come abbracciare, è lui che decide quando fermare il suo mondo, fermando la vita di chi gli è intorno, di chi soffre quando non sa se grida perché chiede auto e sta male o perché vuole condividere il suo mondo con qualcuno. Franco ha cessato di parlare per far parlare i sentimenti mercoledì, quando Papa Francesco è andato dritto verso di lui e la sua famiglia ricevuta con tutti gli onori in udienza.

 

«Una cosa che succede raramente», spiega Chiara, «poiché solitamente casi come il nostro vengono contestualizzati negli appuntamenti che periodicamente il papa concede alla associazioni di volontariato. Per noi è stato diverso. Avevamo scritto una lettera all’Avvenire all’attenzione di Papa Francesco, ma il direttore del quotidiano Marco Tarquinio, toccato dalla nostra storia ha fatto di più. Non ha pubblicato la lettera, ma ha contattato il responsabile della prefettura vaticana, padre Leonardo Sapienza, affinchè Franco, e tutti gli accompagnatori di cui avesse avuto bisogno, fossero ricevuti dal pontefice con tutti gli onori e la massima disponibilità. Un miracolo che non avremmo immaginato – anche perché per ragazzi come Franco, un piccolo ometto di 17 anni difficile da ‘gestire’ per via dell’iperattività connessa ai suoi problemi – difficilmente hanno modo di avere queste occasioni proprio per le difficoltà logistiche ed esigenze particolari di cui necessitano. Istanti che non dimenticheremo e che ci daranno la forza in momenti in cui trovare motivi per averne è difficile».

Chiara si riferisce al fatto che il centro iperbarico di Sant’Atto, dove Franco vive in regime di semi-residenza, e che lo ha fortemente aiutato con progressi riabilitativi e comportamentali notevoli, gli ha notificato che la Regione ha soppresso un contributo che aiutava le famiglie come la sua. I genitori di Franco, che non avevano iscritto il proprio figlio a scuola preferendo il supporto dell’Anffas, non potranno permettersi di pagare i 600 euro mensili necessari a proseguire le terapie. Franco non potrà più andare a scuola, e così nemmeno più avvalersi con costanza delle terapie del centro iperbarico. La speranza è che almeno non regredisca.

Franco potrà contare solo sull’amore della sua famiglia, di quella madre che ha smesso di lavorare per accudire suo figlio, quella madre che con la sua lettera ha toccato il cuore del Papa, ma non di quelle istituzioni che a volte parlano una lingua più incomprensibile del linguaggio di Franco, ma soprattutto più inutile.

©RIPRODUZIONE RISERVATA