I terremotati invadono il palazzo inagibile

San Nicolò, la protesta delle 36 famiglie rimaste senza casa: ora devono pagarsi gli affitti da sole

TERAMO. Hanno scavalcato i cancelli del palazzo reso inagibile dal terremoto del 2009 e organizzato un sit-in di protesta. Sono le trentasei famiglie del condominio Uliveto, palazzina B, della frazione teramana di San Nicolò, da oltre tre anni senza casa. Ieri mattina il gesto eclatante dopo aver appreso la notizia della fine dei contributi per l'affitto. Secondo il decreto Monti infatti, raccontano gli sfollati, i contributi per gli abitanti di case danneggiate dal sisma e classificate "B" (ossia temporaneamente inagibili ma agibili con provvedimenti di pronto intervento), sono finiti il 30 giugno. Dal 1° luglio in avanti le famiglie sono costrette a pagarsi l'affitto da sole e molte di loro anche il mutuo.

Ieri mattina gli sfollati si sono radunati in via Galilei davanti alla palazzina disabitata e, nonostante i tentativi di dissuasione dell'ingegnere che sta seguendo le pratiche dei lavori, hanno deciso di scavalcare il cancello chiuso da un lucchetto e di restare in sit-in per tutto il tempo necessario. Hanno portato sedie e un ombrellone per ripararsi dal sole e hanno annunciato di trascorrere la notte sul posto. Alcuni di loro hanno avviato lo sciopero della fame; tra loro un signore cardiopatico. Tutti hanno minacciato di rientrare nei propri appartamenti. «Siamo stanchi dopo tutti questi anni, così sempre in bilico», hanno spiegato in un misto di rabbia e disperazione, «in molti siamo pensionati e non ce la facciamo a sostenere una simile spesa. Due proprietari», hanno aggiunto, «sono morti nel frattempo. Ecco, gli sfollati cominciano a morire, ma per la casa ancora nessuna certezza». Alcuni sono saliti a visitare le proprie abitazioni e hanno scoperto che nel frattempo il palazzo incustodito è stato visitato anche dai ladri: svaligiati tutti i fondaci e un appartamento. «Vorremmo sapere quando partirà la ricostruzione della palazzina, nel dicembre 2010 abbiamo presentato il progetto con la richiesta di contributo per i lavori, ma da allora non abbiamo avuto nessuna risposta».

Sul posto sono arrivati anche i carabinieri e l'assessore comunale Rudy Di Stefano. Di Stefano ha espresso tutta la sua solidarietà alle famiglie, invitandole alla calma e annunciando che il Comune chiederà una proroga fino a fine anno per i contributi. «Per quanto riguarda la richiesta in Regione», ha detto, « non possiamo far altro che sollecitare una risposta. Purtroppo ci sono state delle lungaggini burocratiche dovute in parte ai nostri uffici, in parte al ritardo con il quale le famiglie hanno inoltrato il progetto di ricostruzione e di richiesta fondi. Mi auguroche questa triste vicenda trovi presto la sua soluzione».

Emanuela Michini

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