Il centro è deserto dopo le 18 I negozi studiano nuovi orari 

I commercianti potrebbero restare aperti all’ora di pranzo e chiudere insieme ai bar  Topitti (Confesercenti) è preoccupato: «Ma la gente resta comunque a casa»

TERAMO. La chiusura di bar e ristoranti alle 18, oltre a suscitare tutta una serie di proteste da parte degli operatori del settore, ha aperto una discussione in seno a tutti i commercianti di Teramo centro sulle misure da mettere in campo in questo mese di restrizioni. Complice anche l'accorciamento delle giornate il provvedimento ha infatti trasformato la città, dal tardo pomeriggio in poi, in un vero e proprio deserto tanto che tra le proposte avanzate dai commercianti aderenti al consorzio Shopping in Teramo centro c'è anche quella adottare l'orario continuato con la chiusura dei negozi alle 18, uniformandola così a quella delle attività il cui orario è stato limitato per decreto. Una proposta che vedrebbe il favore di parte degli operatori del settore, mentre altri ancora non si sarebbero espressi. E c'è anche chi al momento è scettico su una tale soluzione, che se da un lato consentirebbe a chi lavora con orario spezzato o anche a chi lavora in smartworking di effettuare compere durante la pausa pranzo limiterebbe le opzioni a disposizione di chi, solitamente, si reca a fare acquisti una volta uscito dal lavoro o preferisce recarsi in un negozio approfittando di una passeggiata pomeridiana.
«Stiamo discutendo su come affrontare questo periodo e quali strategie adottare», spiega Manuel Mazzitti, dello storico negozio di scarpe, «e tra le proposte avanzate da alcuni commercianti c'è anche quella di lavorare con orario continuato anticipando l'orario di chiusura. Personalmente sono scettico su tale proposta, preferirei vedere come va questa settimana e poi decidere cosa fare». Intanto, in occasione della manifestazione che si svolgerà questa mattina in 18 città e piazze italiane, Fipe, Giovani imprenditori Fipe e Confcommercio Teramo hanno deciso di aderire all'evento #siamoaterra attraverso un webinar che si terrà alle 11.30. «Vogliamo dar voce anche noi alle esigenze di un settore in forte difficoltà», sottolinea il presidente Fipe Teramo Sesto Bollettini, «e ricordare il valore del tessuto economico e sociale che i pubblici esercizi quali bar, ristoranti, pub, gastronomie rappresentano».
Nessuna iniziativa, invece, almeno per il momento, è stata assunta da Confesercenti Teramo. «Non credo che, vista la situazione, ci sia spazio per manifestazioni», commenta il presidente comunale Antonio Topitti, «ma la limitazione dei consumi va oltre i limiti imposti dal Dpcm. Perché in realtà, a fronte dell'aumento dei contagi, è la gente stessa che non va in giro e sta a casa. Anche a marzo, nei giorni prima del lockdown, la città era già deserta durante il giorno. L'unica cosa che il Governo dovrebbe fare, a fronte di questa situazione, è legittimare il blocco di tutti i pagamenti».
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