Maxi frode con fondi comunitari: due indagati e sigilli a 72mila euro 

Una società organizzatrice di eventi di Tortoreto nel mirino degli accertamenti della Finanza Per l’accusa i soldi aggiudicati per dei progetti aziendali sarebbero stati utilizzati per altri scopi 

TERAMO. È la prima volta che il Teramano viene toccato da un’indagine della Procura europea (in questo caso la sede di Roma) che tra le sue finalità ha proprio quella di perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea.
Sotto accusa il rappresentante legale e l’amministratore di fatto di una società organizzatrice di eventi di Tortoreto indagati per malversazione di erogazioni pubbliche nell’ambito di un’inchiesta che ha portato al sequestro di 72mila euro: si tratta di fondi europei che erano stati aggiudicati alla società con la finalità dell’ampliamento dell’attività di produzione ma che, secondo l’autorità giudiziaria, sarebbero stati usati per altri scopi. Ovvero, sempre secondo l’accusa e quindi in una ipotesi ancora da dimostrare, per far fronte a costi che la società ha dovuto fronteggiare dopo l’avvio di una procedura da parte dell’Agenzia dell’Entrate per 500mila euro di ricavi non dichiarati e Iva evasa.
Gli accertamenti sono stati delegati al comando provinciale della guardia di finanza agli ordini del colonnello Fabrizio Chirico e, nel particolare, agli uomini della Compagnia di Giulianova guidati dal capitano Domenico Massimiliano Cerra. L’indagine, infatti, è partita proprio da una verifica fiscale che le Fiamme gialle di Giulianova hanno avviato nei confronti della società e che avrebbero fatto da subito emergere presunte irregolarità proprio nell’utilizzo dei fondi aggiudicati dall’Unione Europea nell’ambito del Fesr, il fondo europeo di sviluppo regionale e in particolare il programma 2014-2020. Complessivamente la somma assegnata era di 198mila euro, ma le indagini tempestive hanno permesso di bloccare tutto già dal primo acconto. Dall’analisi delle movimentazioni finanziarie della società tortoretana, la guardia di finanza ha riscontrato che i fondi stanziati dopo l’accoglimento di un progetto finalizzato all’ampliamento dell’attività di produzione della società in realtà sarebbero stati usati per garantire la prosecuzione dell’attività aziendale che prevedeva anche il pagamento di prestazioni ricevute da società riconducibili alla stessa famiglia degli amministratori. Le somme, tra l’altro, sono state trovate non sul conto corrente intestato alla società ma su quelli dei due indagati. Va detto che la società, dopo la percezione dei contributi, è stata messa in liquidazione. Il sequestro preventivo disposto dalla Procura europea è stato accolto dal gip del tribunale teramano Marco Procaccini. Da ricordare che a Procura europea è un'istituzione indipendente dell'Unione europea, operativa dal 1º giugno 2021, secondo le disposizioni del Trattato di Lisbona e come cooperazione rafforzata tra 22 dei 27 membri dell'Unione Europea.
©RIPRODUZIONE RISERVATA