Nuovo parroco, i fedeli si spaccano

Ecco i parrocchiani che abbracciano don Marco dopo l'addio del frate

MOSCIANO. Il giorno dopo la protesta i fedeli si dividono. Lunedì i contestatori avevano "assediato" la chiesa dei Santi Sette Fratelli per manifestare il loro secco no all'arrivo di don Marco Trivisonne, nominato parroco dal vescovo, dopo che l'ordine dei frati minori aveva deciso di mandare via i frati dal convento.

Nemmeno l'intervento mediatore di padre Carmine era riuscito a placare gli animi della protesta. Ora, invece, i fedeli sembrano spaccarsi e così quelli che lunedì hanno accolto il parroco si schierano a favore di don Marco Trivisonne e contro la protesta.

«Siamo molto legati al convento, ai frati ed in particolare a padre Carmine, ma non ci sentiamo di appoggiare una protesta che ha decisamente sconfinato oltre i toni civili, soprattutto con l'attacco al vescovo durante l'incontro pubblico di giovedì», spiegano alcuni fedeli presenti alla prima messa celebrata da don Marco nella sua nuova parrocchia.

«Non è giusto mandare via i frati, ma se l'ordine ha deciso così non riteniamo costruttivo protestare in modo tanto vibrante», proseguono. «Il nostro nuovo parroco non ha certo colpe, ma nonostante ciò è stato accolto in un clima ostile e blindato: doveva essere una festa ed invece c'era un'atmosfera tesa e fredda, con forze dell'ordine ovunque a presidiare la zona quasi si trattasse di un criminale. Non c'è stata neanche la presenza di tutti i parroci della foranìa così come avviene in queste occasioni e ciò proprio per le tensioni dei giorni scorsi», concludono i fedeli, offesi anche dagli sfottò rivolti loro quando sono usciti dalla chiesa.

«Siamo andati semplicemente a messa: non abbiamo fatto niente di male, è quello che anche padre Carmine ci ha insegnato. Proprio lui ci aveva raccomandato di accogliere il nuovo parroco. Qui non si tratta di essere favorevoli o contrari al provvedimento preso dall'ordine, ma di rispettare le decisioni adottate dagli organi religiosi, per quanto esse siano diverse dal nostro modo di pensare».

Restano invece sulle loro posizioni coloro che lunedì animavano la protesta e che fuori la chiesa hanno inneggiato a padre Carmine Serpetti durante tutta la celebrazione. «Non vogliamo rinunciare alla nostra storia che è la nostra vita», questa la scritta che campeggiava lunedì su due striscioni legati alle mura del convento e che ben riassumevano il messaggio sostenuto dai manifestanti che hanno contestato, tra gli altri, il vicario vescovile ed i politici presenti.

Oggi, intanto, si terrà il tanto atteso incontro con il padre provinciale dei frati minori Carlo Serri.

La delegazione di Mosciano Sant'Angelo e di Giulianova sarà ricevuta a Tocco da Casauria alle ore 15: si discuterà proprio della possibilità di far rimanere i frati al convento dei Santi Sette Fratelli.

La delegazione, così come deciso nel corso del consiglio comunale di sabato, sarà composta dai sindaci delle due città, Orazio Di Marcello e Francesco Mastromauro, da due membri del comitato pro convento e da alcuni consiglieri comunali: al momento sono sicuri i nomi di Benedetto Nobile e Maria Cristina Cianella per Mosciano e di Roberto Ciccocelli per Giulianova.

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