Sant’Omero, sit-in senza sindaci

Tanta gente ma un solo primo cittadino contro i privati nell’ospedale

SANT’OMERO. Erano in tanti ieri mattina davanti all’ospedale di Sant’Omero per dire no all’ingresso dei privati nel “Val Vibrata”. Un sit-in organizzato dalla Cgil, al cui appello hanno risposto anche amministratori e partiti, oltre che semplici cittadini. Ma solo un sindaco.
«Sant’Omero è simbolo di una battaglia a difesa della sanità pubblica: da qui si apre la via all’ingresso dei privati nella sanità teramana», esordisce il segretario della Cgil, Giampaolo Di Odoardo, che ricorda anche come lo sciopero generale di ieri interessi temi come la necessità di sostegni al reddito. Amedeo Marcattili, segretario della Fp Cgil, ribadisce la propria contrarietà «al progetto dell’assessore Venturoni. Perchè svendere l’unico ospedale a norma ai privati? Dei 35 ospedali pubblici e privati in Abruzzo perchè iniziare proprio da questo? Non sono bastati gli esempi negativi che in Abruzzo ci ha dato la sanità privata?».

Antonio Macrillante della Rsu del “Val Vibrata” spiega la situazione in ospedale: «Manca il personale, negli anni è stato svuotato di infermieri, ausiliari e medici. E’ stata una precisa strategia. Si pensi che 10 anni fa avevamo una mobilità attiva di 2 miliardi di lire, ma allora c’erano nomi di richiamo come Gargano e Pennetti. Ora c’è l’ortopedico Calvisi, ma è solo in convenzione: sta qui due giorni a settimana. Ultimamente poi hanno chiuso la Geriatria: ora tutti i pazienti sono affastellati nelle camerate di Medicina: sono in 6 in ognuna, con sole quattro prese per l’ossigeno: è pure pericoloso».

C’erano anche politici e amministratori. Ovviamente tutti di centrosinistra. «Se è con la carenza di personale che si vuol giustificare l’ingresso dei privati, allora perchè non lo si recupera fra i dipendenti di Villa Pini rimasti senza lavoro?», propone Robert Verrocchio, segretario provinciale Pd, «Chiodi oggi ha dichiarato che i cittadini hanno diritto a una sanità pubblica di qualità, affermazione in forte contraddizione con il progetto di Venturoni. Chiariscano una volta per tutte qual è il loro progetto». «L’idea di privatizzare l’ospedale di Sant’Omero», aggiunge il capogruppo del Pd in Provincia Ernino D’Agostino, «è negativa e poco credibile.

Guardando lo scenario regionale non si capisce perchè si colpisce proprio la sanità teramana. Una politica sanitaria seria dovrebbe irrobustire questo presidio con dotazioni e personale proprio, per recuperare la mobilità passiva». Fra i sindaci, l’unico presente era quello di Controguerra, Mauro Scarpantonio: «I sindaci devono tornare a essere protagonisti, con i cittadini, delle sorti della sanità. Abbiamo chiesto a Venturoni se questo, con l’ingresso dei privati, rimarrà un ospedale in grado di curare i casi acuti: non ci risponde».

Ieri c’erano rappresentati anche i cittadini. «Noi non molleremo», commenta Mariano Santori del comitato per la sanità pubblica in Vibrata, «speriamo in altre iniziative come questa, in grado di mantenere alta la protesta. Certo, notiamo l’assenza dei sindaci, a parte Scarpantonio». Molti sono preoccupati per le sorti dell’ospedale. «Abbiamo bisogno dell’ospedale», dichiarano Marilena Bilo e Ivana Ursini, «e visto che i privati vogliono essere pagati, temiamo che aumentino i costi delle prestazioni o che vengano soppressi reparti che non garantiscono loro gli introiti». «La sanità pubblica va potenziata», aggiunge Giovanna Cicconi, «non è possibile che si debba attendere, come è successo a me, 8 mesi per una lastra».

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