Scuola media, no alla demolizione «La struttura si può recuperare»
Il sindacalista Mancinelli (Gilda) lancia l’appello all’amministrazione per salvare la Fedele Romani: «Ignorato il parere dei docenti, è possibile creare un polo moderno per gli studenti da 3 a 19 anni»
ROSETO. «Perché demolire la Fedele Romani e non valutare una sua ristrutturazione? E poi, si potrebbe pensare a riunire tutte le scuole rosetane in un unico luogo per razionalizzare gli insegnanti». Sono le proposte di Sergio Mancinelli, insegnante in pensione e coordinatore provinciale di Gilda, sindacato dei docenti, che ha sentito anche alcuni ex colleghi della scuola media Fedele Romani. Il Comune di Roseto ha ottenuto un finanziamento Pnrr di 10 milioni e ha deciso di investirli su quell’edificio scolastico per il quale è prevista una demolizione graduale, a comparti, e la successiva ricostruzione.
«I docenti sembrano essere stati completamente ignorati», dice Mancinelli, «non è stato coinvolto nessuno di loro nel processo decisionale che ha decretato il destino crudele della demolizione totale. È stata considerata l’eventualità di consolidare l’edificio per escluderne la demolizione e ricostruzione, lasciandolo come istituto scolastico, oppure anche con altra destinazione d’uso da discutere e definire?». Mancinelli, inoltre, fa un quadro generale di tutte le scuole del territorio comunale. «Roseto ha quattro istituti scolastici, due comprensivi, D’Annunzio e Fedele Romani), un liceo e un istituto tecnico superiore», fa rilevare il sindacalista, «e nelle quattro scuole ci sono complessivamente 550 docenti, 4500 studenti, 50 classi e 25 plessi. Al posto di tutto questo non sarebbe possibile insediare una sola istituzione scolastica con una sola sede, con risparmi di personale e addetti tramite una razionalizzazione delle strutture?». Per questo Mancinelli propone di allestire un polo in uno spazio ampio che possa accogliere tutti gli studenti, dai tre ai diciannove anni. «Non è possibile mettere le basi per un college moderno ed efficiente per i prossimi cento anni», conclude Mancinelli, «un quartiere tutto dedicato alla scuola, con lezioni al mattino di 33 ore settimanali, e con tempo pieno fino a 7/15 ore per cinque giorni alla settimana? Un villaggio dotato, oltre alle scuole, di palestre, piscina, biblioteca e altro?.
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«I docenti sembrano essere stati completamente ignorati», dice Mancinelli, «non è stato coinvolto nessuno di loro nel processo decisionale che ha decretato il destino crudele della demolizione totale. È stata considerata l’eventualità di consolidare l’edificio per escluderne la demolizione e ricostruzione, lasciandolo come istituto scolastico, oppure anche con altra destinazione d’uso da discutere e definire?». Mancinelli, inoltre, fa un quadro generale di tutte le scuole del territorio comunale. «Roseto ha quattro istituti scolastici, due comprensivi, D’Annunzio e Fedele Romani), un liceo e un istituto tecnico superiore», fa rilevare il sindacalista, «e nelle quattro scuole ci sono complessivamente 550 docenti, 4500 studenti, 50 classi e 25 plessi. Al posto di tutto questo non sarebbe possibile insediare una sola istituzione scolastica con una sola sede, con risparmi di personale e addetti tramite una razionalizzazione delle strutture?». Per questo Mancinelli propone di allestire un polo in uno spazio ampio che possa accogliere tutti gli studenti, dai tre ai diciannove anni. «Non è possibile mettere le basi per un college moderno ed efficiente per i prossimi cento anni», conclude Mancinelli, «un quartiere tutto dedicato alla scuola, con lezioni al mattino di 33 ore settimanali, e con tempo pieno fino a 7/15 ore per cinque giorni alla settimana? Un villaggio dotato, oltre alle scuole, di palestre, piscina, biblioteca e altro?.
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