Scuola, precari in fila all’alba al centro per l’impiego

Levataccia di un centinaio fra docenti e personale ausiliario per presentare la domanda di disoccupazione: disagi limitati, l’ufficio apre 45 minuti prima

TERAMO. Ieri mattina alle 5.45 i precari della scuola erano già in coda davanti al centro dell’impiego in via D’Annunzio a Teramo, in attesa di presentare domanda di disoccupazione.

Di fronte a un centinaio di persone, tra insegnanti e personale non docente, l’ufficio ha deciso di anticipare l’apertura alle 8, tre quarti d’ora prima rispetto al normale orario. «Per fortuna quest’anno hanno evitato i disagi che tre anni fa richiesero l’intervento delle forze dell’ordine», racconta un insegnante normalmente dislocato a Firenze, mentre attende il proprio turno, «si erano create due file parallele e la gente in coda da ore iniziò a protestare. Furono chiamati i carabinieri e i giornalisti per documentare l’accaduto». La situazione è completamente diversa da quella del 2011, quando era scaduto il contratto ai precari della Teramo Lavoro e solo un rinnovo avvenuto lo stesso 1° luglio, a metà mattinata, consentì loro di tornare al centro per l’impiego e smaltire la fila. Ma ormai è storia.

Ieri, nel primo giorno di disoccupazione, alle 8,45, trenta persone, ognuna munita del proprio numero, avevano presentato domanda per l’accesso all’indennità Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego che, in assenza di contratto, assegna il 75% della retribuzione media mensile. «La maggior parte dei precari della scuola a partire dal 1° luglio resta senza lavoro», spiega un’altra docente che fa supplenze da 11 anni, «siamo praticamente senza stipendio fino alla metà di settembre, sempre se con il nuovo anno scolastico si viene richiamati per un nuovo incarico». Le fa eco un’altra collega, madre di due bimbi: «purtroppo con i pochi soldi a disposizione le scuole devono arrangiarsi. Se prima facevano le nomine dal 1° settembre, adesso i termini sono slittati al 10 o al 15. Praticamente coincidono con l’inizio delle lezioni, il che significa metà mese senza retribuzione nel peggiore dei casi». C’è un motivo per cui decine e decine di precari si sobbarcano una levataccia pur di iscriversi dal primo giorno. La tempistica è tutto, come confermano le parole di una ragazza iscritta nelle liste del personale Ata: «Con l’affitto da pagare non posso permettermi di aspettare fine agosto. Dalla scadenza del contratto si hanno 7 giorni di tempo per ottenere l’indennità già dal primo mese di disoccupazione. Il fatto è che prima si presenta la domanda, prima arrivano i soldi».

Chiara Di Giovannantonio

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