Sommerso da debiti per i mutui Militare salvato dal tribunale 

Il giudice rateizza i pagamenti a tutti i creditori e applica la legge conosciuta come “salva -suicidi”: «Deve comunque assicurare a lui e alla propria famiglia un tenore di vita che sia dignitoso» 

TERAMO. Prima di essere mille altre cose questa è una storia che può essere quella di tutti. Perché basta poco per seppellire la normalità con le rate del mutuo che si accumulano, le tasse che restano bollettini su un mobile e l’incubo di non riuscire a pagare l’università della figlia. Così come è successo a un 50enne teramano militare che, per far fronte alle spese necessarie per un suo trasferimento per motivi di lavoro in un’altra città, si è ritrovato con un debito di 123mila euro e il rischio che la casa finisse all’asta senza nemmeno la possibilità di coprire tutto. I debiti sono quelli con alcune società finanziarie, ma anche quelli accumulati per bolli d’auto e tasse comunali.
Oggi riuscirà a mantenere l’abitazione e a far studiare la figlia dopo che il tribunale di Teramo ha accolto la sua richiesta di rateizzazione del debito presentata facendo riferimento alla legge 3 del 2012, quella che per la cronaca è diventata la legge “salva suicidi”. Si tratta di un piano di pagamento verso i creditori. Un piano che, scrive il giudice delegato Giovanni Cirillo nel decreto di omologazione, «risulta sostenibile e fattibile». Perché questa Italia che cambia, tra vecchie crisi e nuove frutto della pandemia, inghiotte gente così, gente normale, gente entrata nelle statistiche della nuova povertà senza saperlo. E i giudici si trovano davanti persone in carne ed ossa, non gli stereotipi su cui ragiona la politica. E a questo proposito il giudice Cirillo, che da anni si occupa di procedure di sovraindebitamento, così scrive nel decreto di omologazione del piano: «Nella valutazione delle ragioni delle incapacità del debitore di adempiere alle obbligazioni assunte, un ruolo senza dubbio rilevante lo svolge la necessità della famiglia, il cui ruolo determinante lo svolgono le spese necessarie a far fronte ai bisogni primari dei componenti del nucleo familiare, come il diritto alla salute e ad una vita dignitosa. Sotto tale punto di vista si è tenuto conto dello stipendio medio, messo in relazione con le rate dei debiti, per verificare lo stato di sovraindebitamento del ricorrrente ed è emerso un indice che in valore assoluto è pari a 65%». Il militare è stato assistito dall’avvocato Berardo Di Ferdinando quale difensore del debitore ed assistente nella redazione del piano anche come delegato Adusbef per la provincia di Teramo. La fattibilità del piano, così come prevede la normativa, è stata attestata dall’avvocato Annalisa Caschera come organismo di composizione della crisi per sovraindebitamento. Perché i debiti vanno pagati, ma l’uomo potrà continuare a vivere garantendo dignità alla sua famiglia. Così scrive il giudice: «Si è cercato di dare stabilità e certezza ai pagamenti delle obbligazioni assunte in modo che il debitore sovraindebitato possa assicurare a sè e ai membri della propria famiglia un tenore di vita dignitoso cercando il migliore equilibrio dei debiti tra il reddito disponibile e i debiti sostenibili, utilizzando tutte le leve messe a disposizione dalla legge 3 del 2012».
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