Teramo, interventi chirurgici dimezzati nel mese di luglio

Ospedale di Teramo, sale operatorie sotto utilizzate. Il sindacato: quadro drammatico, intervenga la commissione regionale

TERAMO. L’ospedale di Teramo è in una situazione drammatica, senza precedenti. A utilizzare queste parole è Vincenzo Cipolletti, segretario dello Smi, un sindacato medico.

«Per la prima volta ci sono stati momenti di tensione nelle trattative per il budget, mai registrati in passato. Allo stato attuale due chirurgie, la toracica e l’urologia ancora non hanno firmato il contratto di budget», esordisce il sindacalista che si riferisce al contratto firmato annualmente fra ogni reparto e la Asl in cui si stabiliscono gli obiettivi e la fornitura dei mezzi per raggiungerli. «Durante la contrattazione la controparte (la Asl, ndr) ha accusato di scarsa produttività i reparti di chirurgia in genere. Senza considerare che le sedute operatorie sono state ridotte del 40% e un reparto di chirurgia a cui viene negata la possibilità di operare non può aumentare la propria produttività. Ci sono operatori che paradossalmente chiedono di lavorare il doppio e questa possibilità viene loro negata, caso forse unico in Italia». L’imbuto nelle sale operatorie deriva principalmente, secondo Cipolletti, dalla carenza di infermieri, visto che qualche anestesista è arrivato.

E così si è arrivati a una lettera, dei primi di luglio, in cui si avvisano i primari che è stata rivisitata la disponibilità di sale operatorie: in totale sono state tagliate 20 sedute. «La situazione è diventata così drammatica che sette giorni dopo è arrivata un’altra lettera che ha informato di un ulteriore abbattimento di sedute operatorie: alla riduzione del 40% si è aggiunto un ulteriore 10% per cui si è arrivati a un -50% rispetto al programma di giugno che era già inferiore rispetto al 2015», spiega il segretario dello Smi, «questa situazione oltre che a impedire ai chirurghi di lavorare, ha determinato un flusso crescente di pazienti verso altri ospedali e verso le cliniche private. Vengono penalizzati soprattutto i malati oncologici: più di altri subiscono questi disagi visto che l'80% delle sedute ormai sono interventi di natura neoplastica. In questa situazione decadono i due obiettivi fondamentali per il rilancio della sanità teramana: la riduzione della mobilità passiva e delle liste di attesa».

Rispetto alla richiesta di aumentare la produttività che stride con la riduzione della possibilità di operare, c’è anche un altro controsenso, fa notare il sindacalista: la Asl non ha dato disponibilità di fondi per l’acquisto di attrezzature all'avanguardia, ad esempio quelle robotiche, l'ultima frontiera della chirurgia.

«A questo si aggiunga che non si vuol tener conto delle nuove norme europee per la riduzione dell’orario di personale medico e paramedico: si fa riferimento a parametri del 2014 in cui medici timbravano molte ore in più. Eppure l'assicurazione non ti compre se lavori fuori orario di lavoro e c'è pure una circolare della Asl in cui non si può stare in ospedale se non si è in orario di lavoro. Ma durante la trattativa per i budget abbiamo subito anche la beffa di sentirci dire che c'è personale in più. Peraltro è stata abolita la reperibilità per sostituire assenze per malattia degli infermieri: ci deve pensare il reparto», aggiunge Cipolletti.

Che a questo punto lancia un appello a tutte le forze politiche e sindacali: «Prendano atto della situazione drammatica, senza precedenti che sta attraversando presidio di Teramo», esorta il sindacalista che si rivolge anche alla commissione regionale sanità «perchè faccia luce si quello che sta accadendo all'ospedale di Teramo. E che si cambino interlocutori durante le trattative del budget».

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