alienazioni immobiliari

Teramo, la Provincia vende la caserma dei carabinieri

Approvato all'unanimità il piano che mette sul mercato anche il palazzo della prefettura, è interessato il fondo pubblico Invimit

TERAMO. Approvando ieri in consiglio il piano delle alienazioni delle proprie proprietà immobiliari, la Provincia ha avviato di fatto la dismissione del grosso del proprio patrimonio. Nel piano, approvato all’unanimità, si prevede di rendere disponibile alla cessione (vendita, affitto o conferimento a fondi immobiliari) la caserma dei carabinieri di Teramo di piazza del Carmine (valore circa 5 milioni e 800 mila euro) e il palazzo della prefettura (valore 5 milioni e 200 mila euro). Le valutazioni sono state fatte attraverso l’Invimit, fondo immobiliare pubblico che ha già manifestato il suo interesse per i due edifici: ma andrà comunque fatto un bando pubblico che uscirà in autunno.

Finora la ex caserma dei vigili del fuoco è l’unica proprietà della Provincia che è già stata venduta: circa due milioni e mezzo, con una formula particolare. L’acquirente non versa soldi, ma restituisce la quota annuale di circa 250 mila euro in manutenzioni per le scuole. L’ente, ovviamente, non vuole fermarsi qui.

È sul “mercato” anche tutto lo stabile del provveditorato, compresi negozi, ristorante Babila, Bar San Matteo e tutti gli uffici dei piani superiori: valore 8 milioni di euro. Il bando è già uscito ed è stato fatto direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Poi c’è l’edificio dell’ex Mediocredito di piazza Garibaldi, per il quale sono in corso trattative avanzate con l’Inps per l’affitto. Per la Provincia affittare è fondamentale perché Invimit acquisisce solo immobili affittati, vedi caserma e prefettura. E poi c’è il palazzo della sanità di piazza Martiri Pennesi. Al momento è stato affittato il piano terra e i piani superiori sono affittati all’Arta (ma anche in questo caso l’ente cerca compratori… si vedrà come). Quanto al piano terra di palazzo Delfico, è in dirittura d’arrivo il perfezionamento dell’affitto alla libreria Mondadori. C’è voluto il via della Sovrintendenza per i beni culturali – perché è previsto un collegamento con la Biblioteca e l’apertura di una porta fra i locali della Mondadori, il bar e l’atrio della Delfico – ma pare che sia già stato acquisito il parere positivo chiesto dalla Commissione comunale che deve rilasciare l’autorizzazione.

Tre, invece, sono i beni della Provincia “intoccabili”: la torre di Cerrano (si è chiarito che è sottoposta a vincolo e non si può vendere o cedere in alcun modo), la sede storica di via Milli e il palazzo tecnico di via Capuani per ragioni logistiche.

Ma se vendesse i suoi beni, la Provincia avrebbe più soldi per dare servizi ai cittadini? Ebbene, no. Due giorni fa non è passato in parlamento l'emendamento dall’Unione delle Province che chiedeva di utilizzare il ricavato dei beni immobili per la spesa corrente; quindi, se le Province vendono, possono solo ripianare debiti e non usare il ricavato, ad esempio, per finanziare la manutenzione delle strade. (d.v.)

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