Un referendum per salvare i frati

No alla chiusura del convento, i cittadini scendono in piazza a Mosciano

MOSCIANO. «Il convento dei frati non deve chiudere». Questo il messaggio lanciato dai cittadini intervenuti martedì sera all'incontro organizzato dal comitato pro-convento per ribadire il no alla chiusura della struttura religiosa e al trasferimento dei frati francescani. Più di cento persone si sono radunate nel piazzale antistante il Convento dei Santissimi Sette Fratelli.

Per contestare la decisione del padre provinciale Carlo Serri che ha ufficialmente riconsegnato la struttura religiosa al Comune di Mosciano che ne è proprietario. Secondo quanto disposto da Serri, Padre Carmine e Fra Pasquale che attualmente risiedono nel convento, saranno trasferiti a partire dal 12 settembre. Ciò ha scatenato la reazione dei fedeli che martedì sera hanno manifestato il loro dissenso soprattutto nei confronti del vescovo Michele Seccia e dell'amministrazione comunale di Mosciano che ha accettato la proposta della diocesi di creare un centro di spiritualità Agesci presso il convento.

«Non possono portarci via la nostra storia, è una vergogna! Non pensano né al valore culturale e sociale che ha il convento, né a Padre Carmine Serpetti che vive qui da 40 anni e che è costretto a lasciare una comunità che è diventata la sua famiglia. Se l'amministrazione comunale si oppone, Padre Carmine resterà. Nessuno lo obbligherà ad andare via. Perché gli scout dovrebbero essere incompatibili con la presenza dei frati?», tuonano i fedeli che chiedono una maggiore considerazione da parte di religiosi e politici.

Durante l'incontro sono intervenuti molti esponenti politici. Tra questi ha riscosso consensi Paolo Vasanella del Pdl di Giulianova che ha chiesto la cittadinanza onoraria per Padre Carmine e ha annunciato che ci sarà un consiglio comunale congiunto delle città di Mosciano e Giulianova per cercare una soluzione al problema. Consiglio comunale che è stato chiesto anche da Pasqualina Piccioni che ha proposto di lasciare a Padre Carmine la gestione della scuola materna e della biblioteca conventuale in modo da permettere al frate di rimanere al convento. Erano presenti anche i rappresentanti della lista «Nuovi Orizzonti» che hanno chiesto una raccolta di firme per promuovere un referendum cittadino per salvare il convento.

Il grande assente all'incontro, infine, è stato il sindaco Orazio Di Marcello, molto criticato dai cittadini presenti. «Dove sono i nostri amministratori? Solo pochi mesi fa erano tutti qui per accogliere il cardinal Comastri ed ora che abbiamo bisogno del loro aiuto non si trovano», protestano i tanti intervenuti all'incontro e che si dicono decisi a portare avanti la loro battaglia in difesa del convento.

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