Veco e Atr, 200 senza stipendio «La Regione intervenga subito» 

Fiom Cgil e Fim Cisl chiamano le istituzioni a farsi carico della sorte dei dipendenti delle due aziende In entrambi i casi tarda la liquidazione della cassa integrazione: «Fate presto, la situazione precipita»

COLONNELLA. Ci sono 200 lavoratori nel limbo, costretti alla fame. Non è un’iperbole ma la cruda realtà descritta da Mirco D’Ignazio, segretario della Fiom Cgil e da Marco Boccanera, segretario della Fim Cisl in una lettera al presidente della Regione Marco Marsilio, all’assessore al lavoro Piero Fioretti, al presidente della Provincia Diego Di Bonaventura e ai sindaci di Colonnella Leandro Pollastrelli e Massimo Vagnoni. A ognuno i sindacati chiedono un’assunzione di responsabilità per risolvere la situazione dei lavoratori Veco e Atr.
«Ora è il momento in cui ognuno si assuma le proprie responsabilità. Non può più essere posticipato un intervento diretto della Regione perché si risolvano prima possibile entrambe le vicende che stanno costringendo alla fame troppe lavoratrici e lavoratori», scrivono Fiom Cgil e Fim Cisl, «all’Atr, in 150 tra dipendente ed ex dipendenti, gli ultimi soldi li hanno visti prima di Natale e questa è la settimana di Pasqua. Come noto, sono in attesa che il proprietario, Antonio Di Murro, paghi gli stipendi di luglio dello scorso anno e di dicembre, gennaio, febbraio e marzo e che parta il pagamento della cassa integrazione ordinaria richiesta a inizio marzo. Per alcuni ex lavoratori Atr, che nel frattempo sono riusciti a ricollocarsi altrove, vi è anche lo spettro di non prendere la cassa integrazione per Covid 19: i loro contratti sono partiti dopo il 23 di febbraio e il decreto non prevede nessuna copertura in questi casi. Dopo il danno della vicenda Atr, rischiano la beffa di diventare i nuovi “esodati”: dimenticati, vittime di “questioni più urgenti”. I 50 lavoratori della Veco, invece, sono in balia del ministero del Lavoro che si sta distinguendo per assenza e insensibilità. L’azienda, fallita lo scorso gennaio, avrebbe tutte le carte in regola perché venga liquidata la cassa integrazione per cessazione (e in tal senso è stato sottoscritto anche un accordo in Regione), ma dal ministero non arrivano né risposte, né, tantomeno, soldi. E questo inaccettabile ritardo ha come conseguenza che, anche per i lavoratori della fonderia di Martinsicuro, non vi siano coperture economiche dallo scorso Natale. Ed anche per loro è arrivata Pasqua».
D’Ignazio e Boccanera chiedono alla Regione di attivarsi. «Non prima che sia troppo tardi, è già troppo tardi, ma prima che il dramma sociale diventi notizia di cronaca nera: troppa è la disperazione che percepiamo perché, ancora una volta, le istituzioni possano volgere lo sguardo altrove. Non sarà consentito a nessuno, se la situazione dovesse precipitare, fuggire davanti alla responsabilità di non aver fatto abbastanza. Non è il momento dei buoni spesa, ma dei soldi di cui hanno diritto e per i quali hanno lavorato».
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