500MILA DOLLARI FALSI, OTTO IN MANETTE

Banconote contraffatte in modo perfetto, ora si cerca la stamperia

 TERAMO. Dollari falsi, ma così perfetti da ingannare anche gli impiegati di banche ed uffici postali. Banconote stampate da professionisti e smistate in Abruzzo, Marche e Umbria, ma anche nella Repubblica di San Marino e a Panama.

 E’ finita con otto teramani in carcere la maxi indagine conclusa dopo un anno di lavoro e firmata dai carabinieri di Teramo e Roma con la collaborazione degli agenti dell’United States Secret Service del Rome Field Office, creato proprio per combattere la contraffazione della moneta americana. L’operazione “Bernhard”, così chiamata dal titolo di un film sulla falsificazione di soldi, mette la parola fine ad una indagine lunga e complessa fatta di intercettazioni, appostamenti e soprattutto intuito.

 Complessivamente sono state sequestrate banconote per 500mila dollari, tutti pezzi da 100 dollari, arrivate sul territorio teramano e finite nelle mani degli otto che hanno cercato di cambiarle sia in istituti di credito e sia in uffici postali. Per completare l’indagine manca la scoperta della stamperia, che non è stata trovata. Alla domanda se possa essere in Abruzzo gli investigatori non hanno risposto. Almeno per ora.

 LE INDAGINI. A Teramo le indagini partono nel febbraio scorso quando dalla Repubblica di San Marino arriva la notizia che un teramano si è presentato in una banca per cambiare 40mila dollari falsi. Agli investigatori teramani ben presto si affiancano quelli del nucleo antisofisticazione monetaria, esperti del settore che ogni giorno battono il territorio alla scoperta di falsari. E così si scopre che Teramo ricorre spesso nelle loro indagini, che in questa città gli episodi di spendita di dollari falsi non sono pochi. E soprattutto non sono isolati.

 C’è qualcosa o qualcuno che li lega. Il qualcuno è ancora un mistero visto che gli otto sono stati arrestati non per associazione ma solo per spendita di banconote false. Secondo il colonnello Alessandro Gentili, da due anni alla guida del nucleo antifalsificazione monetaria del comando nazionale, il Teramano era diventato un terminale dove questa organizzazione riusciva non solo a tenere contatti per il rifornimento di valuta americana contraffatta, da San Marino fino a Panama, ma anche a ripulire il denaro con versamenti e cambi nelle banche. Il rapporto dei militari arriva in procura sul tavolo del pm Roberta D’Avolio, che qualche giorno fa chiede le otto ordinanze di custodia al gip Marco Billi.

 I MOVIMENTI. I militari del comando provinciale, diretti dal colonnello Antonio Salemme (in particolare hanno operato quelli del reparto operativo guidati dal capitano Nazario Giuliani) in oltre un anno di lavoro sono riusciti a ricostruire i movimenti di cambio valuta. Le operazioni erano eseguite dagli arrestati e la fattura dei dollari era talmente accurata che gli impiegati delle banche non si accorgevano della contraffazione se non alla conta del denaro attraverso i macchinari specializzati. Gli otto arrestati ottenevano dall’operazione di cambio una percentuale del 20% dell’importo negoziato.

 DROGA IN CAMBIO. Non è escluso, e su questo il colonnello Gentili è stato chiaro, che in alcuni casi i soldi falsi siano stati usati come di scambio per partite di droga, grosse partite di sostanza stupefacente arrivate dal Sud America. «E’ un fenomeno molto diffuso», ha detto Gentile, «che noi registriamo con sempre maggiore frequenza. Spesso, infatti, cercando falsari troviamo anche spacciatori. Non posso escludere che anche in questo caso ci possano essere stati scambi di questo genere». Ma le indagini non si fermano. Domani i primi interrogatori di garanzia.