Abruzzo, i negozi in calo

Soffre il commercio, artigianato attività rifugio

PESCARA. L'Abruzzo mostra segnali inequivocabili di ripresa, ma i primi sei mesi del 2011 evidenziano una incapacità dell'economia abruzzese di riprendere il proprio cammino in maniera uniforme e compatta, a partire dai servizi. E' l'analisi che questa mattina Confesercenti illustrerà presentando un ricco dossier sull'economia della Regione, centrato in particolare sul commercio, sui consumi delle famiglie, sugli incassi nei primi sei mesi, sulla richiesta di credito e sull'occupazione complessiva di commercio, artigianato, industria. Dati in gran parte inediti e aggiornati rispetto agli studi di Bankitalia, Cresa e Istat usciti in queste settimane (per completare il quadro, nella stessa giornata di oggi la Cisl presenta i dati del comparto industriale, e in particolare gli ultimi numeri sulla Cassa integrazione, Caffè letterario, ore 10 a Pescara).

Per quanto riguarda l'unico dato dello studio oggi disponibile, quello della contabilità delle aziende del commercio nate e cessate nel primo semestre, la Confesercenti sottolinea che il 2011, dopo aver aggredito le imprese della provincia di Chieti, sta riducendo pesantemente il tessuto produttivo della provincia di Pescara, con un calo sostenuto specie nel commercio.

Pescara infatti lascia sul campo nel rilevamento di giugno ben 233 attività commerciali, non coperte dalle 133 nuove aperture: il saldo è negativo e trascina in giù il bilancio complessivo del commercio dell'intera regione. Non va molto meglio nella provincia di Teramo, dove il saldo è appena positivo (+8) e all'Aquila (+23), e Chieti frena la discesa fermandosi a -8.

Nell'insieme del terziario l'Abruzzo non brilla, sottolinea Confesercenti. «Nel campo dei servizi il saldo fra imprese iscritte e saracinesche abbassate è negativo (-30), ancora una volta dovuto in buona parte alla crisi che sta colpendo Pescara (-21), in una tendenza che si conferma anche nel turismo: il saldo regionale è in deficit (-39), dovuto in larga parte alle non buone performance di Pescara (-22) e Chieti (-17)».

Situazione appena migliore nell'artigianato, dove «il saldo fra imprese cessate e nuove iscrizioni è complessivamente positivo (+158), con un aumento considerevole nelle province di Chieti e Teramo ed un lieve calo in quella di Pescara». Un aumento dovuto principalmente alla funzione dell'artigianato come ammortizzatore sociale: chi viene espulso dall'industria si riattiva come artigiano. Una situazione dunque di incertezza per l'economia regionale, che oggi i vertici di Confesercenti, il presidente Beniamino Orfanelli e il direttore Enzo Giammarino, illustreranno alle 11 nella sede regionale di via Raiale a Pescara.
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