Abruzzo, tagli in Regione: «In pericolo gli stipendi di 130 dipendenti»

Patto per l’Abruzzo: «Sparite risorse ai rinnovi del personale». Sospiri: «Tutto falso»
L’AQUILA. Nell’epoca delle casse d’Abruzzo dissestate dal deficit della sanità, raggiungere il pareggio di bilancio può costare caro. Così caro da costringere la politica a tagliare, se serve, l’aumento dei salari dei suoi dipendenti. È questa la denuncia raccolta dal Patto per l’Abruzzo riguardo la situazione dei 130 dipendenti del consiglio regionale, il personale che ogni giorno garantisce il funzionamento legislativo e amministrativo dell’organo rappresentativo degli abruzzesi. «A causa dei tagli per il disavanzo sanitario delle Asl», spiega l’opposizione, «ora questi lavoratori rischiano di non vedere l’aumento dei salari del contratto collettivo nazionale». Una versione opposta, però, arriva dal presidente del consiglio Lorenzo Sospiri. «Non è assolutamente vero», chiosa, «non c’è stato alcun taglio alla spesa corrente. Il tema sollevato è inesistente». E anche il capogruppo di FdI Massimo Verrecchia parla di una ricostruzione «strumentale» della minoranza e soprattutto «non rispondente alla realtà». In questa diatriba, bisogna aggrapparsi a ciò che si conosce. E cioè che la preintesa sul rinnovo del contratto collettivo è stata firmata mesi fa e che il consiglio, autonomo in materia finanziaria, ha redatto il proprio bilancio modificando a rialzo le entrate che riceve dalla Regione. Secondo il Patto per l’Abruzzo, l’aumento era destinato a coprire i costi degli aumenti che – questa è l’accusa – ora rischiano di venire meno perché, per far quadrare i conti della finanziaria, la giunta Marsilio è dovuta intervenire «tagliando un milione e 400mila euro sulle spese correnti», cioè la voce che avrebbe dovuto coprire, tra le altre, i costi del rinnovo contrattuale. E a rischio, fa sapere Ermanno Natalini, rappresentante sindacale del personale, ci sono anche i servizi di welfare del salario accessorio. Due giorni fa Natalini è stato ascoltato in commissione Bilancio e ha chiesto alla maggioranza di fare un passo indietro, ma al Centro racconta di «non aver avuto risposte».
Dai consiglieri della coalizione di opposizione monta la protesta: «Non è accettabile», dicono, «che tali oneri vengano scaricati su lavoratrici e lavoratori, che non possono subire le conseguenze di scelte politiche discutibili». E puntano il dito anche contro «il milione e 800mila euro sottratti alle spese d’investimento. Rischia di riflettersi anche sul finanziamento di leggi e misure di grande impatto sociale, come ad esempio gli interventi a sostegno del trasporto pubblico e gli sconti per gli studenti pendolari delle aree interne», tuonano.
BILANCI CONFUSI
Il consiglio è autonomo in termini di bilancio e ha un documento di previsione preliminare rispetto a quello conclusivo della Regione. E così il 25 novembre è stato approvato il documento per il triennio 2026-2028, prevedendo poco più di 29 milioni e mezzo di euro per i trasferimenti correnti. Un importo che, quando la palla è passata alla giunta, è sceso a 28 milioni. «La destra introduce il taglio alle risorse, nonostante il bilancio sia già passato», spiegano i consiglieri del Patto, «è una decisione che produce effetti concreti e negativi sul funzionamento del consiglio e, soprattutto, sul personale». L’opposizione scende più nei dettagli: «L’articolo 16 della proposta di legge finanziaria regionale indica le somme delle spese correnti e delle spese di investimento del bilancio del consiglio, obbligando lo stesso ad adeguare i propri conti nella prima occasione utile da dopo l’approvazione del bilancio della Regione». Una procedura inusuale, che solitamente vede il documento del consiglio regionale precedere quello della giunta. Lo stesso collegio dei revisori dei conti ha deciso di non esprimersi, in attesa che si trovi una soluzione definitiva. «Siamo curiosi di scoprire il loro parere», attacca la minoranza, «il taglio dei trasferimenti incide direttamente sulle spese obbligatorie, colpendo sia la parte corrente sia quella di investimenti».
INVESTIMENTI MANCATI
Il Patto per l’Abruzzo evidenzia anche il rischio che la contrazione delle risorse può avere su altri servizi che offrono le due sedi del consiglio regionale dell’Aquila e di Pescara. «Per L’Aquila, per esempio, si prospetta il taglio dell’utilizzo della sala Ipogea, servizio molto apprezzato e di apertura alla città; per Pescara, invece, è certo che se si dovesse confermare il taglio di un milione e 800mila euro sugli investimenti, dovrà essere interrotta la riqualificazione dell’auditorium De Cecco di Piazza Unione, chiuso e atteso dalla città da diversi anni».
QUESTIONE AUTONOMIA
Per l’opposizione, però, non è solo una questione meramente economica. A essere in gioco, sostengono i consiglieri di minoranza, è la stessa indipendenza dell’organo, la cui autonomia finanziaria è il corollario. «C’è una legge regionale che stabilisce questo principio», attaccano, «un’ulteriore ragione per mobilitarsi. Il Patto per l’Abruzzo già nelle prossime sedute attende di capire come la destra intenda porre rimedio a questa discrasia tra i due strumenti finanziari. Siamo pronti in assenza di un ripensamento a intervenire direttamente in aula».
MAGGIORANZA ALL’ATTACCO
La maggioranza, dal canto suo, replica punto su punto. Prima di tutto, fa sapere il presidente del consiglio regionale Sospiri, non c’è in ballo alcun taglio alle spese correnti. Il problema di finanziamento riguarda soltanto «alcuni lavori che devono essere svolti alla sede dell’Aquila e all’Auditorium De Cecco. Progetti importanti che vogliamo portare avanti e per cui troveremo la quadra nei prossimi giorni in consiglio regionale». E il capogruppo FdI Verrecchia rincara la dose, ribaltando la narrazione del Patto per l’Abruzzo. Non solo all’assemblea legislativa non è stata sottratta alcuna risorsa, dice, ma «è rimasta a disposizione di 1,1 milioni di euro precedentemente destinati alla realizzazione di grandi eventi che sono tornati di competenza della giunta regionale». Nell’epoca delle casse d’Abruzzo dissestate dal deficit sanitario, raggiungere il pareggio di bilancio è difficile. Come capire chi ne fa le spese.

