GLI EFFETTI DEL COVID

Aeroporto d'Abruzzo, "spariti" 600mila passeggeri

Traffico crollato fino al 72%, d’estate gli aerei hanno volato semi-vuoti.
Già cancellate 4 rotte, stop preannunciato anche per Londra e Francoforte

 

PESCARA. Certi numeri all'aeroporto d'Abruzzo non si ricordano da 25 anni. A causa dei voli cancellati dal rischio Covid e a seguito delle frontiere chiuse nei periodi di emergenza è come se lo scalo abruzzese fosse tornato indietro al 1995 quanto a traffico passeggeri e collegamenti. Quando all'epoca si stappava champagne per aver conquistato una qualsiasi rotta in più.

CROLLO DEI PASSEGGERI. E' così: gli attuali dati e le previsioni dicono che il traguardo degli 800mila passeggeri che ci si augurava di voler raggiungere a fine anno è ormai una chimera: nella migliore delle ipotesi ci si dovrà "accontentare" di 200mila passeggeri. Secondo Assoaeroporti, che registra i movimenti di tutti gli scali italiani, a Pescara il crollo del traffico passeggeri oscilla tra il 60-72 per cento. Altro che grande salto di 1 milione nelle ambiziose prospettive regionali e di mercato quando tutto andava bene: in dieci mesi sono "spariti" 600mila passeggeri. E tutto poi dovrà essere riconsiderato poichè il tonfo delle compagnie aeree farà molto rumore e i danni si ripercuoteranno nel tempo in particolare nei piccoli aeroporti sempre "affamati" di voli e passeggeri. Come appunto quello di Pescara.

CRISI GLOBALE. In pieno periodo Covid, e con questi chiari di luna, il settore del trasporto aereo è fra i più penalizzati. E le compagnie, che pure avevano resistito al primo periodo di emergenza e sopravvissuto con la stagione estiva, adesso soffrono tantissimo e corrono in ritirata cancellando a ripetizione i voli in ragione della quarantena e di un mercato che si va di nuovo fermando. Lo stesso avviene per l'aeroporto d'Abruzzo che, come ogni piccolo scalo, può contare su pochi e determinanti vettori, zero alternative, e dove pertanto ogni singolo taglio trova conseguenze importanti a livello di bilancio e di operatività.

I VOLI. Giusto in mese fa è stato celebrato il ritorno di Alitalia con il volo Pescara-Milano Linate anche se con frequenza dimezzata (una volta al giorno anziché due) rispetto al passato. La diffusione del contagio su scala europea ha combinato l'inimmaginabile. A settembre Pescara ha registrato un crollo del 69% del numero dei passeggeri pur mantenendo (-4%) più o meno lo stesso numero dei voli (1.117) in partenza e in arrivo. Questo vuol dire che la maggior parte degli aerei è decollata semi vuota, con un indice di riempimento cioé talvolta vicino al 20 per cento.

LE DISDETTE. Una volta chiusa l'estate, la compagnia Volotea oltre a non volare più a Cagliari e Olbia, ha cancellato Catania a Palermo semplicemente perché non c'era più traffico, o meglio non conveniva più a tenerli operativi considerata la bassa, bassissima domanda. E la compagnia low cost irlandese Ryanair, che da sola copre il 70 per cento della quota mercato in Abruzzo, ha cominciato a ridimensionare il suo raggio d'azione. Completata anche in questo caso la stagione estiva con un bilancio in negativo dei voli di Barcellona, Praga e Cracovia, Ryanair ha dato fondo agli ultimi biglietti venduti a tariffe super basse e ha già smesso di volare su Malta e Bucarest in Romania. Resistono al momento i voli più commerciali della stagione invernale e cioé Pescara-Bergamo, Pescara-Bruxelles Charleroi e Pescara-Francoforte.

L’ELENCO SI ALLUNGA. Ma Ryanair ha già fatto sapere a Saga _ la società regionale che gestisce lo scalo abruzzese _ che i prossimi ad essere tolti saranno proprio i voli per Londra Stansted e Francoforte. Fino al 14 novembre gli aerei continueranno ad andarci se non altro per smaltire i biglietti low cost già venduti (anche per evitare eventuali richieste di rimborso). Dopodichè da Pescara si potrà raggiungere solo Bruxelles, Bergamo e Milano con Alitalia. Questo, per ora, fino al 13 dicembre in attesa poi di seguire la curva dei contagi in tutta Europa e con la sicurezza che l'aeroporto d'Abruzzo, resti, come già avvenuto, comunque operativo per motivi di sicurezza ed emergenza nazionale (guardia costiera, 118, vigili del fuoco e carabinieri forestali).

QUALI PROSPETTIVE. Un "quadro nero", scelte comprensibili in era Covid, ma dall'effetto disastroso. Anche in rapporto agli investimenti effettuati dalla Regione Abruzzo sul marketing turistico che avrebbero invece dovuto portare nuovi turisti ("in coming"). Milioni di euro per sostenere il bilancio Saga e per promuovere l'immagine all'estero e i collegamenti aerei. Per poter mantenere i quali dopo il virus dovranno essere affrontati nuovi, presumibili sforzi.

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