Amatriciana non è una parolaccia

Il sindaco: denuncerò chi usa in modo dispregiativo il nome del paese

 PESCARA. Sergio Pirozzi non ne può più di leggere e sentire definire all'amatriciana tutto ciò che è raffazzonato o fatto male. Per questo ha mandato una lettera a tutti i giornali italiani per metterli in guardia: la prossima volta si rivolgerà alla magistratura per i danni.  Allenatore di calcio temporamente senza panchina, ed ex calciatore (negli anni Novanta ha giocato da terzino anche nell'Aquila), Pirozzi è nato 46 anni fa a San Benedetto del Tronto da genitori di Controguerra. E' abruzzese ma è vissuto fin da piccolo ad Amatrice, il paese della provincia di Rieti di cui è sindaco da ue anni e di cui è pronto a difendere l'onore anche a colpi di carte bollate, come racconta in questa intervista al Centro.  Sindaco, perché l'espressione all'amatriciana viene usata per connotare in senso negativo un fatto?  «Per ignoranza probabilmente. L'altra sera a "Ballando sotto le stelle", il presidente della giuria ha definito "all'amatriciana" una prova di tip-tap che non gli era piaciuta. Adesso mi sono stufato e sto facendo verificare dall'ufficio legale se ci siano gli estremi per una richiesta di risarcimento danni perché non c'è alcun legame fra il nostro piatto di pasta all'amatriciana e il malaffare o cose che non sono fatte per bene».  Che ne fareste dei soldi?  «Li destineremmo ai servizi sociali e per pubblicizzare il paese, per fare conoscere meglio la nostra realtà che è quella di un comune bellissimo all'interno del Parco nazionale del Gran sasso e dei Monti della Laga».  Negli ultimi tempi si è intesificato questo uso dispregiativo della locuzione "all'amatriciana"?  «Sì. Si è arrivati a parlare anche di un bunga bunga all'amatriciana. Goccia dopo goccia la misura è colma».  Quali sono le qualità umane degli amatriciani che andrebbero, invece, meglio conosciute?  «Per esempio, la grande laboriosità. Se il nostro territorio è diventato parte del Parco del Gran Sasso è perché la gente, nel corso dei secoli, ha sempre protetto e difeso il suo ambiente. Abbiamo dato lustro anche alla città di Roma. Tanti miei concittadini hanno avviato, con successo, delle attività nella capitale».  Qualche figlio di Amatrice famoso?  «Ce ne sono tanti. Per esempio, è di Amatrice anche la madre di Lotito, il presidente della Lazio. Per non andare indietro nei secoli».  Andiamoci, invece.  «Era di Amatrice il grande architetto Cola dell'Amatrice che, fra le altre cose, ha disegnato la configurazione urbanistica di Ascoli nel Cinquecento».  Sindaco, qual è la sua ricetta della pasta all'amatriciana?  «Quella originaria: guanciale - non pancetta - pecorino e pasta spaghetti».  In bianco o col pomodoro?  «Nella ricetta moderna c'è il pomodoro».  Lei quale preferisce?  «Io me la mangio in tutte e due le maniere, perché, come tutti gli amatriciani, ho lo sguardo rivolto al passato ma anche al presente, senza dimenticare il futuro».

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